Numerosi e trasversali, per il ministro della Salute Roberto Speranza, sono stati i messaggi di solidarietà dal mondo della politica, dopo le perquisizioni che hanno portato ad indagare quattro persone per le reiterate minacce di morte indirizzate nei mesi scorsi via e-mail («invece del lockdown ti ammazziamo la famiglia», «sei da scacciare, da calpestare, da odiare, da ammazzare appeso a testa in giù») all'esponente di Leu. I quattro usavano server stranieri per non essere identificati. Uno dei primi messaggi di solidarietà a Speranza è arrivato, con un tweet, dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha scritto «Forza Roberto», cui si sono aggiunte le due capogruppo Dem Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. «Siamo tutti con Roberto Speranza - twitta il Commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni - minacciato per le sagge decisioni contro la pandemia» e sempre dal Pd sono giunti anche i messaggi di tre ex ministri come Enzo Amendola (ora sottosegretario con delega agli Affari Ue) Giuseppe Provenzano (ora vicesegretario) e Francesco Boccia. Dal Senato è arrivata la solidarietà del Gruppo Misto, presieduto dalla senatrice Loredana De Petris, con una nota in cui si chiede di «arginare il fenomeno delle fake news e di chi usa i social per diffondere odio e intolleranza».
Oltre che da Federico Fornaro (capogruppo di Leu alla Camera) e da Nicola Fratoianni (segretario di Sinistra italiana), messaggi di solidarietà a Speranza sono giunti dai ministri di Forza Italia Renato Brunetta e Mara Carfagna e da Luigi Di Maio, del M5s. Secondo il ministero dell'Interno gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali sono diminuiti (-4,7%) dal 2019 al 2020 ma si sono diffuse le minacce via social, purtroppo facili e a portata di click.
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