Minaccia russa: fermare la centrale nucleare. Zelensky: "Ricatto atomico, nuove sanzioni"

L'agenzia ucraina: "C'è il rischio che violino le norme sulla sicurezza"

Minaccia russa: fermare la centrale nucleare. Zelensky: "Ricatto atomico, nuove sanzioni"

Dietro alla propaganda di guerra sulla centrale di Zaporizhzhia che da giorni vede Russia e Ucraina scaricarsi le responsabilità sugli attacchi alla centrale nucleare, ci sono reali timori legati alla sicurezza dell'impianto. Tanto che il governo della regione sta valutando la possibilità di interrompere l'attività della centrale a causa dei continui bombardamenti. Raid che per il rappresentante permanente della Russia presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov, sono da attribuire agli ucraini. Mentre il presidente Volodymyr Zelensky accusa i russi di «ricatto atomico» e chiede all'Occidente di imporre sanzioni contro l'industria nucleare russa. «Ogni giorno di permanenza del contingente russo a Zaporizhzhia e aree vicine aumenta la minaccia all'Europa», dice il presidente. Di certo uno stop all'impianto potrebbe contribuire a frenare le accuse reciproche, allentare la tensione e la paura di una catastrofe ambientale e a favorire un'imminente visita dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, che si è dichiarata disponibile ad una missione.

Missili su Marhanets, cittadina ucraina che dista pochi chilometri da Zaporizhzhia, sono caduti anche nella notte tra sabato e domenica, ma per il capo dell'amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko, sono stati i russi a lanciarli. L'agenzia atomica ucraina Energoatom ha ribadito ieri i suoi timori per la centrale, ritenendo che stia operando con il rischio di violazione delle norme di sicurezza antincendio e antiradiazioni. «Permangono rischi di fuoriuscita di idrogeno e dispersione di sostanze radioattive e anche il rischio di incendio è elevato. Inoltre tre sensori di monitoraggio delle radiazioni attorno al sito dell'impianto di stoccaggio sono stati danneggiati», si legge in un report dell'agenzia. Un avvertimento è stato lanciato anche dal sindaco della città di Energodar, dove si trova la centrale, Dmytro Orlov, secondo il quale il rischio di disastro a Zaporizhzhia, occupata dalle truppe russe da marzo, aumenta ogni giorno di più: «Quello che sta accadendo lì è un vero e proprio terrorismo nucleare, la situazione è pericolosa e ciò che preoccupa di più è che non vi sia alcun processo di de-escalation». Nell'est del Paese continuano intanto intensi combattimenti tra i due eserciti, senza però che si registrino sostanziali modifiche alla linea del fronte, anche grazie agli Himars americani e ad altre forniture provenienti da Regno Unito che hanno riequilibrato le sorti del conflitto. Gli scontri investono in particolare il territorio del Donbass, dove Mosca sta soffrendo i contrattacchi di Kiev. Le forze armate ucraine hanno sferrato un nuovo attacco al ponte Antonivski, sul fiume Dnipro, nella parte orientale del paese.

Un raid strategico che punta da interrompere le rotte di rifornimento delle forze militari russe dispiegate nella regione di Kherson, occupata dai russi. A Kherson la vice premier ucraina, Iryna Vereshchuk, ha sollecitato l'evacuazione dei connazionali rimasti nei territori in mano alle forze di Mosca.

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