La pioggia di 50 milioni di cartelle esattoriali che sta per riversarsi sui contribuenti italiani ha indotto la componente grillina della maggioranza a una «svolta». Nonostante i venti di crisi sulla gestione del Recovery plan che spirano sull'esecutivo, il viceministro dell'Economia, la pentastellata Laura Castelli, ha insistito sulla necessità di non infierire sui ceti produttivi del Paese, guardando con maggior simpatia alle classi sociali tradizionalmente difese dal centrodestra.
E così Castelli ha rilanciato sui propri social network la proposta di alcune iniziative per mitigare l'impatto del Fisco su interi settori già colpiti dalla crisi generata dalla pandemia. Le cartelle che si genereranno nel 2021 per posizioni maturate nel 2020 e in anni precedenti «vanno gestite con un metodo straordinario, pensando che il Covid è stato, ed è, un evento straordinario e devastante», ha scritto Castelli. «Una parte per i più fragili, ad esempio, andrà rimandata, e una parte, per chi è nelle condizioni di poterlo fare, andrà trattata in bonis, facendo pagare con uno sconto su sanzioni e interessi», ha proseguito.
«È una questione che non si può mettere sotto il tappeto, va affrontata subito. Portando avanti il piano che abbiamo come governo. Facciamo presto, sediamoci e definiamolo negli ultimi dettagli», ha sottolineato il viceministro, cercando di «allungare la vita» dell'esecutivo e di rinsaldare la compagine dell'esecutivo Conte-bis che in questo inizio 2021 mostra evidenti segnali di sfilacciamento. Tra gli altri obiettivi del 2021, ha aggiunto, c'è anche la pulizia del «magazzino pre 2015 dai ruoli inesigibili, costa troppo e non porta a nulla», e una gestione degli anni «dal 2016 al 2019 con una rottamazione quater, un saldo e stralcio, per dare respiro a quei contribuenti che si trovano in difficoltà e hanno posizioni aperte con il fisco dovute a morosità incolpevoli», ha concluso. In particolare, il viceministro pare aver intenzione di sostenere le proposte elaborate sia dall'ala «dialogante» della maggioranza che dal centrodestra. Oltre al «saldo e stralcio», destinato ai contribuenti con reddito Isee sotto i 20mila euro, Castelli ha contemplato anche l'ipotesi della rottamazione quater che cancellerebbe interessi e sanzioni sulle cartelle in sospeso.
L'esponente dell'M5s, tuttavia, non ha chiuso la porta a un'altra ipotesi che sembra farsi strada negli ambienti politici: l'allungamento della possibilità di rateizzare i debiti fiscali oltre i 10 anni fin qui previsti nonché l'applicazione di «sconti» ad hoc. La sortita potrebbe allungare la vita al governo ma a una condizione: fare presto. Perché i 34 milioni di atti bloccati dall'emergenza Covid nel 2020 più i 16 milioni di nuovi avvisi sono in procinto di partire, ingolfando gli uffici postali in un momento nel quale il virus morde ancora sia a livello di contagiosità che di effetti nefasti sui bilanci delle imprese.
Ecco perché il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Mariastella Gelmini, ha continuato ad attaccare su questo fronte, accusando il governo di essere «gravemente latitante». Secondo l'esponente azzurra, «a poco servono le generiche dichiarazioni di intenti» in quanto sarebbe stato necessario «intervenire con il dl Milleproroghe o con un nuovo decreto per bloccare l'Agenzia delle Entrate ed evitare il salasso dell'Epifania».
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, ha concluso Gelmini, dovrebbe dare «un' indicazione chiara nelle more del decreto all'Agenzia delle Entrate di non far partire le cartelle fino a quando il Parlamento o il governo con un nuovo decreto non interverranno».
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