Minoli, il re degli intervistatori tradito dall'ultimo faccia a faccia

Dietro l'uscita del conduttore da Radio 24 i malumori creati dalla puntata con il presidente di Confindustria su La7

Minoli, il re degli intervistatori tradito dall'ultimo faccia a faccia

Il re delle interviste inciampa su un'intervista. Almeno in apparenza. Giovanni Minoli, i cui faccia a faccia hanno fatto storia, lascia Radio 24, pochi giorni dopo aver ospitato nel suo studio su La7 Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, da cui dipende il gruppo del Sole 24 ore. Un incontro avvenuto domenica 28 maggio che ha scatenato le ire dei giornalisti e dei dirigenti del quotidiano economico perché, tra le altre affermazioni, Boccia ha difeso l'operato dell'ex direttore del Sole Roberto Napoletano, che ha lasciato la direzione dopo una lunga crisi e un'inchiesta giudiziaria sui dati di vendita delle copie del giornale.

Minoli lascia la radio del gruppo dopo quattro anni di conduzione alla mattina di Mix 24, programma di approfondimento che era stato varato sotto la direzione dello stesso Napoletano. Ma non resta con le mani in mano, non fa proprio parte del suo carattere. Continuerà a lavorare per La7 e forse aumenterà la sua collaborazione con l'emittente di Urbano Cairo. E, ieri, è arrivata subito anche un «suggerimento» per riportarlo in casa Rai. Proposta arrivata da Michele Anzaldi, che spesso si diverte a spararle grosse ma è comunque portavoce di Renzi e segretario della Commissione di Vigilanza Rai. «La separazione di Giovanni Minoli da Radio 24 - scrive su Facebook - potrebbe diventare l'occasione per la Rai di mandare un segnale chiaro di vitalità, dopo l'addio reale o annunciato in queste ore di alcuni volti di Viale Mazzini: far tornare un volto simbolo della tv pubblica come l'inventore di Mixer, insieme alla sua squadra e alle sue idee». Inorridito all'idea che Anzaldi lo volesse proporre come sostituto di Antonio Campo dall'Orto (ma così non era nelle intenzioni di Anzaldi), il consigliere Carlo Freccero si infuria: «Che sia il portavoce del Pd a fare il nome è gravissimo perché calpesta le regole minime di correttezza istituzionale».

Comunque, Minoli, noto al grande pubblico come conduttore di Mixer e La storia siamo noi, non lega direttamente la sua uscita dalla radio del Sole all'intervista fatta a Boccia, però «resta sotto gli occhi di tutti - dice - che le parole del presidente di Confindustria in difesa di Napoletano hanno generato una reazione durissima da parte del comitato di redazione del quotidiano, non sono piaciute al nuovo management, né al nuovo direttore del quotidiano Guido Gentili e della radio Sebastiano Barisoni. Non ho prove, sta di fatto che il mio contratto non è stato rinnovato pochi giorni dopo». Ma perché intervistare su La7 Boccia che ovviamente ha influenza sul rinnovo contrattuale dello stesso Minoli? «Semplicemente perché pochi giorni prima c'era stata l'assemblea della Confindustria, e quindi mi pareva una notizia. E, quando hai davanti il suo presidente, non puoi certo glissare sulle domande relative al caso che ha messo in crisi il Sole 24 ore. A prescindere delle possibili reazioni».

Dunque dal prossimo settembre la striscia quotidiana che prima era occupata da Mix 24 sarà affidata ad Alessandro Milan. Mentre Minoli, con il suo staff, avrà più tempo di occuparsi dei programmi su La7, per i quali sta ancora trattando. Il giornalista aveva con Radio 24 un contratto da 250mila euro annui che da un anno si era fatto volontariamente decurtare di 100mila euro per «dare un contributo alle difficoltà del gruppo».

Non è bastato però per convincere i nuovi dirigenti, che devono tenere sotto controllo i costi, a lasciargli lo spazio mattutino. Soprattutto dovendo fare i conti con i giornalisti interni inviperiti con Napoletano per lo stato di crisi finanziario del gruppo.

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