Un minore su tre a rischio povertà Eurostat: «Ma l'Italia non fa niente»

La denuncia di Save the Children: «Il 15% abbandona la scuola»

Un minore su tre a rischio povertà Eurostat: «Ma l'Italia non fa niente»

Roma Sono dati impietosi quelli messi nero su bianco da Save the Children nell'Atlante dell'Infanzia «Bambini Supereroi». Numeri che descrivono un'Italia dove quasi un minore su tre è a rischio povertà ed esclusione e dove, nonostante gli sforzi del governo, ci sono migliaia di bambini che crescono in condizioni di svantaggio e deprivazione, vivendo esistenze molto diverse da quelle dei loro coetanei.

Ci sono addirittura famiglie (ben quattro su dieci) che vivono in case senza il riscaldamento con figli piccoli esposti alle malattie. Vite di rinunce, niente sport, poco studio, un elevato tasso di abbandono della scuola. Tutto a fronte di «pochi ed inefficaci» investimenti.

Il dossier pubblicato da Treccani e disponibile in libreria dall'inizio di dicembre, parla di una percentuale altissima di nuclei familiari in queste condizioni, del 39 per cento, di 15 punti superiore alla media europea. Condizioni di vita al limite per il 25,4 per cento dei minori, uno su 4, costretti a vivere in appartamenti umidi, pieni di muffa e non sufficientemente illuminati. Disagi anche sul fronte dell'alimentazione: un bambino su 20 non riceve un pasto proteico al giorno. La stessa percentuale non possiede giochi a casa o da usare all'aria aperta, mentre più del 13 per cento non può permettersi di praticare sport o frequentare corsi extrascolastici. Un bambino su 10 indossa solo abiti di seconda mano e non può permettersi di partecipare a gite scolastiche con gli altri compagni. Trascorrere una settimana lontano da casa, poi, rappresenta un sogno per un minore su 3. E l'Italia, secondo gli ultimi dati di Eurostat sulla spesa sociale in Europa per il 2013, non affronterebbe la questione della povertà in modo adeguato, dal momento che investe su infanzia e famiglie la metà dell'Europa, mentre i fondi destinati a superare l'esclusione sociale sono pari appena allo 0,7 per cento, contro una media europea dell'1,9 per cento. Eppure, ricorda l'organizzazione internazionale, l'infanzia in Italia è un tesoro che va protetto, anche perché nel nostro Paese i bambini sono sempre meno, con il 2015 che ha fatto segnare il record negativo di nati registrati all'anagrafe: 485.780, il livello più basso dall'Unità di Italia. «Oggi più di 1,1 milioni di minori vivono in povertà assoluta - denuncia Save the Children - una condizione che tra il 2005 e il 2015 ha visto triplicare la sua incidenza sulle famiglie con almeno un minore, passando da 2,8 per cento al 9,3 per cento». Di povertà assoluta si parla soprattutto nel Mezzogiorno, mentre al Nord questa condizione colpisce in particolare le famiglie immigrate.

Anche i numeri dell'istruzione scolastica non promettono nulla di buono, perché il 14,7 per cento dei giovani

abbandonano precocemente la scuola. A rischio povertà ed esclusione è soprattutto il 58,3 per cento di bambini i cui genitori hanno un titolo di studio che non supera la licenza media, contro il 13 per cento dei figli di laureati.

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