"Il mio mandato finisce qui". Liz Truss dura solo 44 giorni. Il saluto. Usa, Mosca fa festa

"Il mio mandato finisce qui". Liz Truss dura solo 44 giorni. Il saluto. Usa, Mosca fa festa

Londra «Riconosco che, vista la situazione, non posso portare a termine il mio mandato». La conferenza stampa è brevissima, quasi quanto il suo mandato. Liz Truss si è dimessa da Primo Ministro britannico dopo solo 44 giorni di governo. Una stella cometa, neppure troppo brillante, nel firmamento politico inglese, che saranno in molti a voler dimenticare in fretta. Solo un paio di giorni fa aveva rilasciato un'intervista alla Bbc scusandosi per gli errori compiuti e assicurando che sarebbe rimasta e avrebbe guidato il partito fino alle prossime elezioni. Il giorno seguente si era però dimesso anche il suo ministro agli Interni, Suella Braverman, ufficialmente per motivi tecnici, ma sostanzialmente in grave disaccordo con la Premier e ieri mattina, dopo che già una quindicina di colleghi conservatori avevano chiesto la sua testa, Truss aveva incontrato il capo della Commissione elettorale 1922. Un meeting che non lasciava presagire nulla di buono e infatti alle 13.30 è arrivato l'annuncio delle dimissioni. La signora Truss è apparsa stanca e tirata, un blando tentativo di sorriso a tradire la tensione delle ultime ore e l'umiliazione dei giorni precedenti trascorsi a fare retromarcia su tutto e a vedere azzerata la sua ricetta economica per far uscire il Paese dalla crisi.

Ora per il Regno Unito si prospetta un futuro sempre più incerto, con un'inflazione che ha già superato il 10%, i nodi della post Brexit ancora irrisolti, una lista infinita di scioperi già preannunciati nei prossimi due mesi nel settore pubblico. E con Truss cade anche uno dei più agguerriti leader politici anti Putin e non è poi così scontato che la posizione del suo successore nei confronti del conflitto in Ucraina sia altrettanto determinata. Ieri il portavoce del ministro degli Esteri russo Maria Zakharova ha espresso grande soddisfazione per l'uscita della Truss dichiarando che «la Gran Bretagna non ha mai conosciuto una simile disgrazia come quest'ultimo Primo Ministro» e asserendo che «verrà ricordata per il suo enorme analfabetismo» riferendosi a un episodio in cui la Truss sembrava aver confuso due Regione russe per ucraine. Anche il falco Dmitry Medvedev, ieri ha esultato: «Bye, bye Liz Truss, congratulazioni alla lattuga» (riferimento alla veloce deperibilità dell'ortaggio). Di contro, il presidente Usa, Joe Biden, ha salutato «una grande alleata».

È già stato annunciato che il Paese avrà un nuovo Premier entro il 28 ottobre, ma le richieste di nuove elezioni da parte dei partiti d'opposizione si fanno sempre più pressanti. Per la leader nazionalista scozzese Nicola Sturgeon, «le elezioni generali sono diventate un imperativo democratico», concetto condiviso anche dal capo del maggior partito di opposizione Sir Keir Starmer che un paio di giorni fa aveva chiesto in Parlamento alla signora Truss come potesse rimanere al suo posto. «Che pasticcio - ha commentato a caldo Starmer - Truss ha provocato grandi danni alla nostra economia e alla reputazione del nostro Paese. Non possiamo subire un altro esperimento dai conservatori, non è una soap-opera, questa è la realtà. Il Labour è pronto ad offrire un governo stabile». Rincara la dose il leader dei Liberaldemocratici Ed Davey che sottolinea come «esista un grande movimento a favore di nuove elezioni che devono essere indette subito». E di fronte alle indiscrezioni che vorrebbero l'ex Premier conservatore Boris Johnson pronto a rientrare nell'agone politico, reagisce inorridito. «Non posso credere che stia considerando di rifarsi avanti, è ancora sotto inchiesta per aver ingannato il Parlamento e l'intero popolo britannico». Vero, ma la politica si sa, è l'arte del possibile e una ricomparsa di BoJo sulla scena non è poi così improbabile.

Per ora rimane invece confermata l'illustrazione del nuovo piano economico del Tesoriere Jeremy Hunt, previsto per il 31 ottobre prossimo nel quale potrebbero venir annunciati dolorosi tagli alla spesa pubblica. Ma, anche in questo caso, c'è ancora tempo per altri clamorosi colpi di scena.

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