Il mistero di Khelif è mondiale. L'Ungheria alza lo scontro

Oggi l'algerina contro una magiara dopo aver "spaccato" l'Olimpiade con il caso Carini. Gli spagnoli: "Si allenava con noi, ma contro gli uomini"

Il mistero di Khelif è mondiale. L'Ungheria alza lo scontro
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Il caso è affiorato anche nel tweet di Donald Trump che, fra l'altro, di boxe ne capisce avendo messo danari come organizzatore. Carini e Khelif, ognuna per la parte sua, hanno fatto il giro del mondo. E il mondo si è diviso. I giornali inglesi («Ci scapperà il morto») e spagnoli mettono al rogo l'idea del Cio di far combattere una pugile perlomeno intersex nella categoria donne. I francesi difendono la loro Olimpiade. Tedeschi e resto del mondo si barcamenano: più politica e meno commenti. Ma è certo che questa Olimpiade passerà alla storia per la guerra sul sesso e si porterà dietro conseguenze, valutazioni, revisioni e peserà sulle due protagoniste. Non a caso Emanuele Renzini, il ct azzurro, per una intervista sul caso ha avuto 3 milioni e mezzo di visualizzazioni. Ieri Angela Carini ha cercato di ritrovare serenità, in tour parigino con la famiglia. La Federboxe ha chiesto a tutti di silenziarsi. Gli spagnoli raccontano che Imane qualche volta si è allenata con loro. L'hanno fatta combattere con un uomo «Ed era sullo stesso livello. Non altrettanto con le ragazze: ha provato con Jennifer Fernandez e le ha fatto male». Diverso il parere di Amy Broadhurst, ragazza irlandese che ha battuto l'algerina in una semifinale mondiale: «Imane non imbroglia. È nata intersex e nessuno conosce davvero la verità. Il fatto che sia stata battuta da altre pugili, però la dice lunga».

Ecco, Imane non è stata un oggetto misterioso sbucato dall'Algeria. Tre nostre atlete (sempre sconfitte) se la sono trovate di fronte nei tornei. Racconta Alessia Mesiano, una delle sconfitte. «L'ho incontrata in un match del 2021 a Debrecen: avversaria forte e brava ma non imbattibile. Ci sono avversarie più forti». Imane, di tanto in tanto, sbucava al centro federale di Assisi. Assisi è l'ottimo buen retiro dove si allenano le nazionali azzurre di boxe e con loro anche altre nazionali. Khelif ha fatto i guanti con diverse ragazze. Si racconta che, già una volta, la Carini si fosse rifiutata di fare guanti con l'algerina. La nostra napoletana, fatalista e realista, è ragazza molto istintiva. E non è la prima volta che le capita di scartare via dal rapporto con un'altra pugile. Ai mondiali 2022 una storta, durante il match, la salvaguardò dai pugni pesanti di una turca. Questa storia sarà faticosa da digerire. Ma Carini tornerà sul ring e continuerà a sognare.

Intanto tutti gli occhi sono puntati sul match di Khelif. Eccola stasera, Arena nord, avversaria l'ungherese Anna Luca Hamori. L'atleta dice: «Non vedo l'ora di sfidarla». Invece la federazione di Budapest ha già fiutato l'aria ed inoltrato una lettera di protesta sia al Cio sia al comitato olimpico ungherese. «Contrari alla presenza di Khelif. Abbiamo a cuore gli interessi della nostra atleta». Vorrebbero cercare anche una contestazione legale. Gli italiani stanno in guardia: guai se ne sortisse un vantaggio per altri. Francesco Damiani, qui opinionista Rai, pronostica un successo dell'algerina. Ma non oltre: l'eventuale avversaria successiva (una turca) è più forte. E il Cio per chiarire a tutti ha sottolineato che «Genere ed età sono determinate sulla base del passaporto.

E l'algerina ha già partecipato a diverse competizioni internazionali». Sottolineando che, negli ultimi tre anni, ha affrontato tre italiane. Tutto vero, ma forse il Cio dovrebbe fare mea culpa. Rivedere le regole per evitare altri scandali e scandalizzati.

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