Gli interventi di edilizia nelle carceri dipendono dal ministero delle Infrastrutture, non da quello della Giustizia. Anche il dossier del Beccaria, dove i lavori di ampliamento della struttura vanno avanti a rilento da oltre quindici anni, è ora nelle mani di Matteo Salvini. Il leader della Lega sta dando un'accelerata a molte opere rimaste bloccate dalla burocrazia ministeriale, tra queste anche i lavori che interessano il carcere milanese. Fonti del Mit fanno sapere che proprio all'inizio di dicembre è stato firmato un accordo con il ministero della Giustizia per terminare i lavori del secondo lotto, aperto nel 2018 ma rallentato nei due anni di pandemia, entro il prossimo aprile. Si tratta, sottolineano dal ministero, di una accelerazione che «dimostra la determinazione di Matteo Salvini a far ripartire le ruspe da Nord a Sud». Le stesse fonti spiegano che Salvini «sta seguendo la vicenda dell'evasione con particolare attenzione», mentre nelle prossime ore non è in agenda una sua visita, nella struttura si è recato personalmente ieri il sottosegretario alla Giustizia con delega alla giustizia minorile Andrea Ostellari, in rappresentanza del governo ma anche della Lega. Che la vicenda abbia un risvolto politico per il leader leghista è reso evidente dallo scontro a distanza con il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha replicato allo «sconcerto» di Salvini e all'impegno di «mettere in sicurezza tutte le carceri italiane», con un post polemico sui social: «Non c'è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di sconcerto. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent'anni non c'è un Direttore, e ce la si è cavata con dei facente funzione. Da una quindicina d'anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai. Questa è la situazione. Chi si vuole scandalizzare per l'accaduto è libero di farlo. Ma la realtà va guardata in faccia» ha scritto il sindaco di Milano, un attacco esplicito al ministro delle Infrastrutture anche senza citarlo. Difficile però attribuire le responsabilità dei ritardi a Salvini che è al Mit da due mesi. Il leader leghista ha poi contraccambiato, invitando «qualche sindaco di qualche grande città» lavorare per «cercare dei risparmi nelle pieghe del suo bilancio», mentre il governo con la manovra si è sforzato di «mettere più di 20 miliardi nelle tasche delle famiglie italiane per pagare le bollette della luce e del gas».
Sul tavolo del ministro e vicepremier, insieme al tema carceri sovraffollati, c'è un lungo elenco di cantieri e opere da sbloccare. Proprio oggi pomeriggio a Palazzo Chigi è in calendario una riunione del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) per lo sblocco di una serie di opere sulla rete stradale Anas per un valore di 4 miliardi di euro, da nord a sud. Si tratta di nuovi collegamenti viari, lavori di adeguamento di tratte di strade stradali e di accesso a due porti importanti come quelli di La Spezia e Civitavecchia. «Io sono molto felice. Sono parecchio stanco ma siamo qua da due mesi. Al mio ministero stiamo sbloccando tantissime iniziative» ha commentato Salvini. L'agenda del ministro per il 2023 è ricco: dal Ponte di Messina all'alta velocità nel Mezzogiorno, dalla sicurezza su treni e strade al nuovo Codice della strada, spiega in un post. Quanto alle vicende interne alla Lega Salvini è convinto che «ci saranno nuovi ingressi, non nuove uscite».
Il segretario del Carroccio Matteo Salvini lo ha assicurato a margine di una visita alla fondazione Eris Onlus, in Brianza, e rispondendo a una domanda sul Comitato Nord, ispirato da Umberto Bossi, ha rivendicato che «l'autonomia la porta a casa la Lega, non altri».
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