La notizia ha creato il caos nel Movimento 5 Stelle: Beppe Grillo è indagato per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018-2019 dalla compagnia marittima "Moby spa" di Vincenzo Onorato con il blog Beppegrillo.it. L'ipotesi di reato è quella di traffico di influenze illecite. Come spiegato da Luca Fazzo su ilGiornale in edicola oggi, il sospetto è che alcuni eletti possano essere stati usati come "braccio operativo" per qualche affare. Ma al momento si tratta solamente di ipotesi e dubbi, che andranno confermati o meno alla luce delle verifiche del caso. Nel frattempo - stando a quanto appreso e riportato da La Repubblica - sarebbero spuntate anche delle chat con Danilo Toninelli, che invece non risulta essere indagato e che non comparirebbe mai direttamente.
Le chat
In quel periodo l'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva instaurato un braccio di ferro con l'armatore Vincenzo Onorato, con cui non erano mancate divergenze di vedute sfociate poi in un battibecco a distanza. L'esponente del Movimento 5 Stelle aveva fatto battaglia sul rinnovo delle concessioni delle tratte.
Uno degli snodi principali è stato spiegato nel comunicato di Riccardo Targetti, procuratore della Repubblica di Milano facente funzione, secondo cui "Onorato ha richiesto a Grillo una serie di interventi a favore di Moby spa" che poi il co-fondatore del M5S avrebbe "veicolato a una serie di esponenti politici trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte".
Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e la pm Cristiana Roveda vogliono far luce sui soldi percepiti: sono legati alla prestazione descritta nel contratto pubblicitario oppure sono soldi per un'eventuale mediazione o aiuto al gruppo di navigazione in difficoltà? Sempre nel comunicato si legge che la società Beppe Grillo srl avrebbe "percepito da Moby spa 120mila euro annui negli anni 2018 e 2019, quale corrispettivo di un 'accordo di partnership' avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di 'contenuti redazionali' per il marchio Moby".
"Ho tanti nemici potenti"
Negli ambienti grillini qualcuno pensa che Toninelli non sia stato confermato ministro nel governo Conte bis per la sua fermezza su diversi fronti. E in merito il diretto interessato, contattato da La Stampa, ha rivelato che il suo operato potrebbe aver dato fastidio a molti: "Di certo per quello che ho fatto da ministro mi sono fatto tanti nemici potenti". Comunque Toninelli ha preferito non entrare nel merito di quanto sta emergendo dalle carte della procura di Milano: "Se sono stupito dall'inchiesta? Le mie sensazioni non hanno valore".
Nella giornata di ieri l'ex ministro, rispondendo a una domanda in una diretta sul suo Facebook, si è schierato dalla parte di Beppe Grillo alla luce del percorso che ha condiviso fin dagli albori del Movimento 5 Stelle: "Come fai a non avere fiducia in uno che da quando è entrato in politica ha perso soldi? Gli altri hanno usato la politica per arricchirsi, lui no".
Comunque Toninelli, parlando con i cronisti nei pressi di Palazzo Madama, ha precisato di non aver "mai aiutato alcun concessionario" quando era ministro: "Non ho mai ricevuto pressioni o richieste di favori per aiutare questo, i Benetton, un altro concessionario, e neanche Onorato. Lui voleva mantenere la concessione, scaduta nel 2020.
Quando sono arrivato al ministero ho detto ai concessionari che si sarebbero sognati le proroghe. Diedi l'indirizzo alla Direzione generale del ministero di preparare le carte per fare una nuova gara. E Onorato era uno dei partecipanti, non l'aggiudicatario della gara".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.