“Nessun rapporto sessuale, nessuna richiesta in tal senso, nessuno scambio di favori e nessun abuso del mio ruolo di sindaco. Né con questa donna né mai”. A parlare è Mattia Palazzi, sindaco renziano di Mantova, indagato per tentata concussione continuata a danno della vicepresidente di un'associazione culturale che per un anno ha ricevuto sms spinti.
Secondo lui si tratterebbe di una strumentalizzazione politica e di un enorme equivoco che dovrà chiarire martedì quando sarà ascoltato dalla procura di Mantova. Il procuratore, infatti, si legge su Repubblica, ha fissato "su autonoma iniziativa di questo ufficio" interrogatorio per il 28 novembre, cui parteciperà anche il sostituto procuratore che sta seguendo l'inchiesta. Quei messaggi sarebbero abbastanza imbarazzanti e la situazione ha preso una piega diversa quando li ha letti il capo della vittima, la presidentessa dell’associazione culturale che aveva chiesto il patrocinio del Comune per un evento. Messaggi del tipo: "Staresti bene messa a …, sei una birichina" oppure "Ricordati che le cose non vanno avanti senza il benestare del sindaco, attieniti alle regole".
"Penso - racconta lei al Corriere della Sera - che ci stia anche un’avance fra un uomo e una donna, ma non ci sta quando l’uomo usa il suo potere e ci sta ancora meno quando di mezzo c’è un’associazione che vive di ideali. E quindi ho iniziato a farle pressioni perché lo denunciasse.
Ma lei non voleva, non l’ha mai voluto. A un certo punto mi sono confrontata con chi ne sapeva più di me che mi ha fatto capire la gravità della cosa… poi, non so come, è scattata la querela. Ma mi sono pentita di non averla fatta io".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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