Per Moncler la moda non ha più stagioni

È elegante e vacanziero l'uomo di Ferragamo. Atmosfere british per Daks

Lucia Serlenga

«Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera» è il titolo di un indimenticabile film diretto dal regista coreano Kim Ki-duk e ambientato in un eremo buddista. Stagioni che si susseguono e scorrono come la vita. Stagioni che secondo Thom Browne, direttore creativo della collezione Moncler Gamme Bleu, possono fluire sulle note di Vivaldi mentre i modelli sfilano su un pavimento di sabbia bianca, fra pini, palme e candide sedie a sdraio. «Dall'inverno all'estate senza soluzione di continuità» spiega lo stilista celebrando i dieci anni di questa linea con un concetto di facile transizione ben espresso dal gesto dei modelli: arrivano indossando capi confortevoli fatti con tessuti tecnici - lane, cashmere, nylon - e leggermente imbottiti e via via si spogliano riponendo ogni pezzo nelle enormi e bellissime sailor bag fatte con gli stessi materiali della collezione. Ma per quel tempo che si chiama estate ecco la versione leggera degli stessi abiti nelle declinazioni dei rossi, bianchi e blu o in quelle dei grigi: giacche sportive, cappottini Chesterfield, peacot, trench, polo e maglie, pantaloni e shorts. I moonboot vengono rimpiazzati dalle infradito mentre i confini tra il freddo e il caldo si assottigliano. Soffia la brezza marina se si pensa invece a un Alain Delon nel pieno della sua bellezza mentre a Ischia gira le scene del film Plein Soleil. «E con lui torna il fascino della riviera, della vacanza al mare» spiega Guillaume Meilland designer della linea uomo di Salvatore Ferragamo prima di far sfilare un'elegante idea di stile vista sotto la lente d'ingrandimento della pura evasione. Nulla di costrittivo, perciò, ma molto di semplificato, come vuole la vita rilassata e priva d'urgenza del flaneur: spugna, velluto a coste e velour per pantaloni e bermuda, giacche sartoriali ma totalmente sfoderate e quindi di peso zero in classici check inglesi, preziosi capi in pelle fra cui deliziose camicie traforate e, inevitabili, i maglioni tricottati a mano per raffinate promenade calzando stivaletti e penny loafer con suola di gomma, stringate o mocassini in camoscio. I colori sono rinfrescanti e dai rosa tenui delle albe si arriva agli azzurri dei cieli, passando per i blu dei mari. Le canoe poste sul set della sfilata Daks rimandano alla storia della British Social Season e in particolare alla Henley Royal Regatta. «Lo stile è easy e impeccabile allo stesso tempo e profuma di quell'inconfondibile spirito inglese dei primi del Novecento» spiega il direttore creativo Filippo Scuffi prima di far sfilare ragazzi e uomini, 41 in tutto, che sembrano usciti da Eton College nell'ultimo giorno di scuola. Sono tutti impeccabili e allo stesso tempo disinvolti con le giacche bordate da un nastro di gros grain nei colori presi dal celebre check della maison, pantaloni con il punto vita alto, corti quel tanto che basta per evocare, con il collo rotondo delle camicie e le maglie dagli stemmi applicati, il preppy style tanto caro ai giovani gentleman inglesi. I quali apprezzano tessuti di ricerca come uno speciale lino irlandese prodotto in esclusiva per Daks o quello tipicamente inglese utilizzato per un completo doppiopetto che ricorda l'aplomb del principe Carlo.

Tanti i finestrati, i pied de poule, gli spinati, le righe anche sapientemente combinati insieme mentre appare rasserenante tutta la declinazione dei colori, dal bianco agli avorio, dai seppiati ai marroni, fino a uno speciale mostarda.

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