L'azione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina ha innescato un alto livello di allarme: i conflitti armati hanno messo in guardia tutto il mondo, che ora teme ripercussioni e una degenerazione della situazione. Ma neanche la più grande minaccia dalla Seconda guerra mondiale ha cambiato la lista delle priorità di Enrico Letta, che continua a reputare la legge sulla cittadinanza italiana uno dei principali obiettivi da perseguire prima delle fine della legislatura. Il segretario del Partito democratico ha fretta e punta alla bandiera dello ius soli (o qualcosa di simile) possibilmente prima della primavera 2023, così da poter rivendicare una battaglia nel corso della campagna elettorale in occasione del ritorno alle urne.
Letta in pressing
Letta, intervenendo da remoto all'Agorà "Immigrazione: cambiare è necessario", ha fatto sapere che probabilmente c'è ancora una piccola finestra utile affinché nei prossimi 12 mesi si possa partorire una nuova legge sulla cittadinanza nel nostro Paese: "Forse c'è una chance". Uno spiraglio di ottimismo dovuto al fatto che in commissione "si sta muovendo qualcosa".
Il leader del Partito democratico ha inoltre annunciato che la prossima settimana verranno fatte tutte le valutazioni del caso sulle effettive possibilità che si hanno per arrivare a una vera e propria nuova legge: "Se avviene, c'è il tempo per fare un passo vanti in questa legislatura". Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di presentare nei prossimi giorni un testo sullo ius culturae.
Lo ius scholae
Per contare sul sostegno del Movimento 5 Stelle si sta pensando pure all'opzione dello ius scholae, ovvero il diritto per i ragazzi figli di immigrati di diventare cittadini italiani dopo aver completato un ciclo di studi. I conflitti Ucraina-Russia hanno momentaneamente congelato la questione, ma la prossima settimana si dovrebbe discutere della proposta presentata dal grillino Giuseppe Brescia. Il pentastellato si dice fiducioso poiché, a suo giudizio, il testo avrebbe le carte in regola per trovare un ampio consenso in Parlamento: "È in classe che si costruisce la cittadinanza, l'appartenenza a una comunità. Ho lavorato su questo testo semplice che può essere approvato già in questa legislatura".
Le speranze di una grande trasversalità si scontrano però con l'ala che fa muro, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che più di una volta hanno ribadito di non volerne sentire parlare: il testo dunque potrebbe non contare sull'appoggio della Lega e di Fratelli d'Italia. Uno scenario ben impresso nella mente di Matteo Mauri del Pd.
"Sappiamo che non sarà facile a causa dell'opposizione ideologica di alcuni partiti.
Ma faremo di tutto per farla passare nella forma più avanzata possibile", ha dichiarato a La Repubblica l'ex viceministro all'Interno. Che però ha aggiunto: "Siamo molto soddisfatti che se ne ritorni concretamente a discutere. Il Pd è da sempre molto determinato e il segretario Letta ha spinto da subito in questa direzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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