Morando: "Pensioni anticipate? Purché non costino nulla allo Stato"

Il viceministro all'Economia, Enrico Morando: "Siamo ancora il Paese europeo con la spesa per pensioni più alta". E la Camusso: "Dobbiamo per forza togliare la tassa sulla prima casa?"

Morando: "Pensioni anticipate? Purché non costino nulla allo Stato"

Il nodo delle pensioni tiene sempre banco. Questa volta, a dire la sua, è il viceministro dell'Economia Enrico Morando che, intervistato dalla Stampa, ha spiegato: "Alle pensioni flessibili non sono contrario, però mi corre il dovere di ricordare che il welfare italiano resta fortemente sperequato. Se si eccettua la Grecia, siamo ancora il Paese europeo con la spesa per pensioni più alta in rapporto alla ricchezza prodotta, mentre investiamo meno di altri in sussidi di disoccupazione e politiche sulla casa. E poiché siamo un partito di sinistra... sono favorevole purché la riforma si autofinanzi. Se invece fosse necessario stanziare risorse, faremmo un errore".

Per Morando, "qualunque soluzione neutrale per le casse dello Stato va bene".

E tornando sulla possibilità di andare in pensione prima ma con un assegno decurtato, è intervenuta la leader della Cgil Susanna Camusso. "Da un lato bisogna intervenire con la contrattazione, dall'altro bisogna cambiare la legge Fornero. Abbiamo avanzato insieme a Cisl e Uil proposte, a partire dall'età pensionabile, così da creare spazi occupazionali per i giovani", ha detto la Camusso. Che si è detta in disaccordo con il ministro del lavoro Giuliano Poletti: "Proporre che si vada in pensione prima ma decurtando l'assegno significa non sapere di che redditi si dispone in Italia e quali pensioni si preparano per il futuro. Bisogna contrastare la povertà ma non dando qualche soldo e lavandosi la coscienza. Serve un percorso d'inclusione, abbiamo avuto incontri con Poletti sulle proposte sull'alleanza per la povertà ma abbiamo visto un taglio diverso nelle ipotesi di Palazzo Chigi. Andare in pensione a 67 anni non va bene e per certi lavori, come l'edilizia o i trasporti, è impossibile. Serve un meccanismo di flessibilità che però non penalizzi i trattamenti. Abbiamo già scambiato la flessibilità in Europa con le pensioni e i diritti dei lavoratori, a partire dall'articolo 18. Andiamo avanti?".

Su come realizzare queste proposte, la sindacalista dice la sua: "Dobbiamo per forza togliere la tassa sulla casa? E poi, non possiamo ridefinire una progressività fiscale e fare una vera lotta all'evasione

incentivando, ad esempio, la moneta elettronica? Togliamo la Tasi a chi ha solo una casa, ma a chi ne ha più d'una o ha immobili di pregio, no. E poi perché a regime dobbiamo rimanere con due sole aliquote Irpef? È iniquo.

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