Come spesso accade in questi casi, la figuraccia rischiano di farla i giornalisti, con domande tipo: «Morgan, cosa provi?»; «Morgan, che cosa hai sognato questa notte?»; «Morgan, vuoi dire qualcosa agli sfratti come te?»; «Morgan, vuoi dire qualcosa ad Asia Argento?»; «Morgan, vuoi lanciare un appello ai tuoi colleghi famosi?». E Morgan - davanti a uno schieramento di telecamere e taccuini degno di Trump che dichiara guerra alla Russia - risponde seriamente. Lo fa con quella faccia un po' così, e quel cervello altrettanto così, che hanno resto celebre Morgan, il cui vero nome è Marco Castoldi. «Castoldi», lo stesso cognome che figura sul citofono della villetta da cui ieri l'ex leader dei Bluvertigo è stato sfrattato per un motivo abbastanza ordinario: morosità. Nel 2017 il Tribunale aveva disposto infatti il pignoramento in seguito al «mancato pagamento degli alimenti alle figlie delle sue ex mogli e un debito con Equitalia». «Questa è la legge, non la giustizia», ha sentenziato Morgan in versione Calamandrei. Da un uomo non convenzionale come lui (Morgan, non Calamandrei) ci saremmo aspettati un'uscita di scena (scena condominiale, intendiamo) più pirotecnica. In realtà l'artista dice di averci pensato («Volevo farmi esplodere in casa col gas»), ma poi, opportunamente (o forse no), ha desistito. Memorabile la frase pronunciata dall'ufficiale giudiziario che ieri mattina si è presentato (scortato dalla polizia) alla porta di della (ormai ex) abitazione monzese del signor Castoldi: «Siamo qui per eseguire lo sfratto, anzi lo sloggio». L'ultimo «sloggio» famoso era stato quello dato da Matteo Renzi ad Enrico Letta: ma in quel caso in ballo c'era l'occupazione di Palazzo Chigi, residenza leggermente più lussuosa della pur non disprezzabile Villa Morgan. Ieri gli «invasori armati» (Morgan dixit) non hanno voluto sentire ragioni, né potevano fingere di intenerirsi nuovamente con la scusa di non meglio precisati «motivi di salute», del resto già accampate dal Castoldi Marco nella precedente blitz dell'ufficiale giudiziario. «Non sono mancati momenti di tensione», riferivano ieri ai posteri gli immancabili «bene informati»: «Ma voi siete dei boia - avrebbe urlato Morgan contro la squadra degli «sloggiatori» -. Siete venuti a portare fuori con la forza persone che non vogliono lasciare la loro abitazione, se capitasse a vostro padre o a vostro figlio non avreste quella faccia buffa che avete adesso». Poi, rivolto ai cronisti rapiti dal suo fascinoso eloquio: «Continua ad essere casa mia anche se purtroppo ci sono degli invasori armati. Io non considero lecita la vendita dell'appartamento che io ho pagato. Ho fatto un sacco di soldi ed è proprio per quello che la gente voleva soldi da me. Quando sono finiti loro mi hanno denunciato perché non potevo darglieli più». Ma «loro» chi? «Una di queste persone inizia con la A ed è quella che ha firmato lo sgombero di questa casa, per sadismo e perché è cattiva». Inoltre il cantante se l'è presa con chi lo ha «mollato»: «Sono degli egoisti, individualisti, codardi. Vasco, Ligabue, Jovanotti, Zucchero hanno come priorità il loro disco. Altro che comunisti...».
Esaurito lo sfogo «ideologico», Morgan è salito in auto e con il braccio ha salutato i giornalisti al grido: «Su con il morale, non è successo niente, andiamo a fare la Bohème!. Sono l'ultimo bohémien di questo Paese. Ora mi attende una panchina».Anche per lui l'età della pensione si avvicina.
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