Mosca gode per la caduta dei leader europei

A Mosca si festeggia. L'ex presidente Medvedev posta una foto di Boris Johnson e di Mario Draghi e si chiede chi sarà il prossimo.

Mosca gode per la caduta dei leader europei

A Mosca si festeggia. L'ex presidente Medvedev posta una foto di Boris Johnson e di Mario Draghi e si chiede chi sarà il prossimo. Putin voleva la testa dei due leader e nel giro di pochi giorni ha avuto entrambe. E se, nella caduta di Johnson, non hanno certo giocato sui conservatori pressioni esterne, almeno per quanto ne sappiamo, non metteremmo la mano sul fuoco per quanto riguarda il pugnalamento di Draghi. Entrambi a oggi sono ancora premier, il primo già dimissionario, il secondo non ancora. Ma, se anche Draghi rinascesse, non avrebbe più comunque la forza e l'autorevolezza che l'avevano reso il leader della Ue più combattivo contro il despota russo. Sembrano passati mesi dalla recentissima foto di Draghi in carrozza verso Kiev con Scholz e Macron: icona di una Italia protagonista, che il successore di Draghi, quello eventuale di prima o quello dopo le elezioni, non riuscirà più a ripetere. E anche il BoJo dei viaggi continui a Kiev, tutto finito. Con una importante differenza: chiunque a Londra prenderà il suo posto, non muterà la linea britannica contro l'invasione russa. Mentre è molto probabile che nessun successore di Draghi avrà il medesimo carisma nel rappresentare un simbolo di civiltà e di occidente contro Putin. Un altro elemento hanno in comune l'ex premier inglese e l'ex presidente del consiglio italiano: sono state vittime della democrazia parlamentare. Biden e Macron non corrono infatti rischi del genere: la loro legittimità nasce da un voto popolare diretto e non possono essere estromessi, eccezion fatta per una procedura di messa in stato di accusa. Ora la domanda è più che lecita: può l'istituto parlamentare, sia nelle forme rodate ed efficienti di Westminster che in quelle usurate di Roma, essere adeguato alle sfide delle dittature plebiscitarie dei Putin, degli Orban, degli Erdogan? E ancor più allo scenario di guerra dei prossimi anni, che vede contrapposti il fronte occidentale e un rinnovato asse del male, per dirla con Bush jr, tra Russia, Cina e Iran? La domanda è ovviamente retorica e la risposta è, purtroppo, negativa. Con leadership forti e autorevoli bruciate dalla dissoluzione dei partiti politici, dalle regole parlamentari spesso vetuste, da sistemi illogici come il nostro doppio cameralismo (ah se si fosse abolito il Senato!) o, nel Regno Unito, decadenti come la Camera dei Lord, l'Occidente è destinato, in un tempo forse più breve di quanto si immagini, a soccombere.

O la democrazia rappresentativa rinascerà in forme più solide ed organizzate, oppure potrebbe, anche da noi, essere sostituita da regimi plebiscitari dal profumo orientale. Un profumo che annuncia la morte della libertà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica