Il piano Scholz, nel dettaglio, non è altro che una rivisitazione della bozza di Istanbul, discussa e bocciata nel marzo del 2022 tra negoziatori che rischiarono persino la vita per avvelenamento. Ne sanno qualcosa l'ex proprietario del Chelsea Roman Abramovich, così come il suo interprete e due funzionari ucraini. Ovviamente il piano del cancelliere tedesco piace a Mosca, perché considera l'ipotesi che Kiev debba accettare cessioni territoriali, ma non a Zelensky, che promuove soltanto l'intenzione di Scholz di far sedere Putin al tavolo dei negoziati. In via ufficiale, il portavoce del Cremlino Peskov non scarta in anticipo alcun piano, «ma dobbiamo capire di cosa stiamo parlando», e la Zakharova aggiunge, «di Zelensky non ci fidiamo». Per Xi Jinping «gli sforzi che sostengono la pace vanno incoraggiati», e invia il direttore degli affari esteri Wang Yi a San Pietroburgo. Mentre Lavrov, dall'Arabia Saudita, non esclude che Ryadh possa diventare una piattaforma per tenere una conferenza di pace. Da Budapest Orbán fa sapere di avere in mente un suo piano di trattative.
Le prove generali di un possibile dialogo vengono tuttavia allontanate dalla questione delle armi iraniane. L'Unione Europea ritiene di avere informazioni credibili sulla consegna di missili balistici da parte di Teheran a Mosca. «Stiamo esaminando la questione con gli Stati membri e, se confermata, rappresenterebbe una significativa escalation nel sostegno dell'Iran alla guerra di aggressione della Russia», rivela Peter Stano, portavoce dell'Ue. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, respinge con forza le accuse, ironizzando: «Non siamo noi i maggiori esportatori di armi verso una parte della guerra. Non abbiamo implicazioni nel conflitto». Basterebbe già l'abuso dei droni Shahed da parte di Mosca sul territorio ucraino a confutare le affermazioni di Araghchi. Senza dimenticare che lo scorso 3 settembre fonti attendibili riferirono a Il Giornale che missili balistici Ababil e Fateh-360, made in Teheran, avevano concluso il loro percorso mortale sull'Istituto Militare di Poltava (58 morti). Russia e Iran del resto hanno firmato un contratto di fornitura di vettori balistici nel dicembre 2023, e un primo carico sarebbe arrivato a maggio.
Un altro episodio che reprime il dialogo riguarda lo sconfinamento di droni russi sui territori di Polonia, Romania, Lituania e Bielorussia. Domenica un velivolo kamikaze ha violato lo spazio aereo della Romania, spingendo l'aeronautica militare di Bucarest a mandare in perlustrazione due F-16. Il ministro della Difesa Tilvar parla di zona d'impatto a Periprava (Mar Nero). Un altro drone, carico di esplosivi, è caduto a Gaigalava, in Lituania, a 90 km dal confine con la Bielorussia. La ministra degli Interni Bilotaite ha annunciato che il Paese dovrà dotarsi di un piano di evacuazione.
Nel 929° giorno di combattimenti i russi hanno conquistato due nuovi villaggi (Novohrodivka e Memrik) nel Donetsk, colpito il distretto di Sumy con bombe aeree guidate, ma fallito un attacco con droni su Kiev.
Le armate di Gerasimov, denuncia l'Ucraina, starebbero utilizzando sostanze chimiche a Donetsk, Kharkiv e persino nel Kursk. Pechino e Mosca effettueranno esercitazioni navali congiunte nelle acque del Mar del Giappone. La Svezia ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per 400 milioni di euro.
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