Fino a sabato sera per i telegiornali russi erano «bande di terroristi» a voler conquistare la Siria. La domenica mattina i terroristi erano già diventati semplici «gruppi armati». La stessa evoluzione vissuta in poche ore dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov: sabato ha diffuso un comunicato sulla «lotta ai terroristi», domenica parlava di «opposizione armata». E ieri il portavoce di Putin Dimitri Peskov sottolineava la necessità di mantenere e contatti con tutte le forze della regione, nessuna esclusa.
Raramente si sono visti gli esperti di «tecnologia politica», come spesso in Russia si chiama la propaganda, costretti a un così repentino cambio di rotta. E le risorse informative del regime si sono mosse a tutta forza. Secondo il canale Telegram Agenstvo (creato da Andrei Soldatov, uno dei maggiori esperti di servizi di sicurezza), che citava l'osservatorio Botnadzor, i Bot del Cremlino hanno diffuso in un solo giorno oltre 9mila commenti solo su VKontakte, il Facebook russo.
Il tenore era lo stesso delle trasmissioni tv guidate di più noti megafoni del Cremlino, Vladimir Solovyev e Dmitri Kiseliov. La Russia ha fatto il possibile ma l'esercito di Assad si è sciolto come neve al sole, impossibile un altro finale. Del resto si tratta di un teatro operativo di marginale importanza per Mosca, che rimane impegnata nel vero sforzo che conta: riconnettere alla madre patria le regioni dell'Ucraina orientale. Quanto all'asilo concesso alla famiglia Assad «per motivi umanitari», è la dimostrazione «che la Russia mantiene sempre i suoi impegni», ha detto Solovyev. Non fino al punto, però, da rendere omaggio all'ex alleato in disgrazia: il Cremlino ha fatto sapere che non sono in programma incontri con Putin. Della famiglia l'ultimo ad arrivare a Mosca è stato proprio il dittatore Bashar. Gli altri, a cominciare dalla moglie Asma, che pare abbia contribuito a tessere negli ultimi giorni le trattative tra i due Paesi, erano nella capitale ex sovietica almeno dalla fine di novembre. Se non altro perché il 29, il delfino della dinastia, Afez II, 22 anni, ha discusso con successo la sua tesi di laurea in algebra pura alla facoltà di Matematica dell'Università Statale (Mgu).
Tutta l'élite siriana sin dai tempi del capostipite Afez e del partito baathista, ha sempre coltivato stretti rapporti con la Russia. E per il Cremlino la fine di un rapporto ultracinquantennale è stata una specie di choc («una sorpresa», ha ammesso Peskov).
Ieri la priorità è stata quella di stabilire prima possibile un rapporto con il nuovo potere, soprattutto per salvaguardare la sicurezza dei soldati russi rimasti in zona. La Cnn turca ha riferito di lunghe e febbrili trattative tra Mosca e il governo di Erdogan. Secondo indiscrezioni l'accordo di cui il governo di Ankara si farebbe garante prevede l'arrivo via terra in Turchia dei soldati russi che poi verrebbero rimpatriati per via aerea. Resta aperta la questione dei sei mezzi navali (tre fregate, due navi ausiliarie e un sottomarino) che hanno lasciato in tutta fretta la base di Tartus.
Adesso non possono entrare nel Mar Nero (applicando le convenzioni internazionali Ankara non lascia passare le navi di Paesi in guerra) e si avvieranno verso il Baltico forse facendo scalo in Libia o Algeria. È la dimostrazione che con la Siria Mosca ha perso una delle sue più strategiche piattaforme militari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.