La mossa del Venezuela per silenziare Carvajal sui soldi finiti ai grillini

Maduro chiede alla Spagna l'estradizione dell'ex 007. Se la otterrà, addio rivelazioni

La mossa del Venezuela per silenziare Carvajal sui soldi finiti ai grillini

Hugo Carvayal, l'alto dirigente dei servizi segreti venezuelani diventato il personaggio chiave dell'inchiesta sui finanziamenti del governo di Caracas al Movimento 5 Stelle, «è indagato nella operazione Constitucion in concorso con il generale Garcia Palomo. La richiesta di estradizione è avviata ed è in attesa di decisione del Tribunal supremo». Arriva così, direttamente da alte e qualificate fonti della magistratura venezuelana, la conferma della notizia che circolava con insistenza: Carvajal - detto «el Pollo» - non è più nel mirino solo del governo Usa, che chiede la sua consegna per l'accusa di narcotraffico, ma è in lista d'attesa anche per essere estradato direttamente a Caracas. L'accusa che pende contro l'ex 007 è micidiale: il generale Garcia Palomo è in carcere da due anni con l'accusa di essere stato a capo di una congiura per destituire Nicolàs Maduro, il successore di Hugo Chavez alla guida del paese sudamericano. L'accusa di complicità con Garcia Palomo è per Carvajal un potenziale biglietto di sola andata per un confortevole carcere di massima sicurezza del suo paese.

È davanti a questo ostacolo che si sono trovati i magistrati milanesi che nei giorni scorsi si sono recati a interrogare «el Pollo» in Spagna. È chiaro che il rischio di essere consegnato al suo paese è per la vecchia superspia un pericolo ancora maggiore che finire in un carcere americano. E questo condiziona inevitabilmente la sua scelta di collaborare con la giustizia spagnola ed italiana, rivelando gli episodi - finora sempre negati con forza dalle autorità di Caracas - di fondi neri dei servizi segreti venezuelani distribuiti a una serie di partiti in Sudamerica e in Europa: a beneficiarne in Italia, secondo un appunto interno all'intelligence pervenuto allo stesso Carvajal, il M5s attraverso lo scomparso Gianroberto Casaleggio, che avrebbe ricevuto 3,5 milioni di dollari dal console venezuelano a Milano, Giancarlo Di Martino.

Nel suo interrogatorio al procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e al pm Cristina Roveda, Carvajal ha fatto capire di essere al corrente di altri versamenti a favore dei grillini. Non è entrato nei dettagli, non ha detto nulla che i pm milanesi possano per ora utilizzare. Ha avanzato, come è noto, una proposta di scambio: informazioni in cambio di protezione e asilo politico. Romanelli gli ha risposto che non è dalla Procura milanese che possono venirgli promesse simili. La partita è tutta politica: dovrebbe essere il ministero della Giustizia insieme a quello degli Esteri (con qualche imbarazzo, forse, del suo titolare Luigi Di Maio) a chiedere in prestito alla Spagna il potenziale pentito. Una volta arrivato in Italia, «el Pollo» potrebbe iniziare una trattativa vera. E la situazione per i grillini potrebbe iniziare a farsi complicata. Perché se dal punto di vista giudiziario - morto Casaleggio, prescritti i finanziamenti - i rischi sono minimi, politicamente la conferma dei quattrini dal discusso governo chavista sarebbe per il M5s un brutto colpo.

Scenari in cui fa ora irruzione la richiesta di estradizione venezuelana di Carvajal: che rispetto a quella Usa ha maggiori possibilità di successo per il motivo che in Venezuela, come in Spagna, la

legge non prevede l'ergastolo. Gli scrupoli garantisti che finora hanno spinto il governo spagnolo a ritardare la consegna a Washington qui sarebbero più flebili. Ma cosa accadrebbe al «Pollo», una volta tornato in patria?

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