Il Mossad e la "strategia del caos": il blitz semina il panico tra i miliziani

I cercapersone, acquistati in Brasile, infettati con un trojan. In tilt il sistema di comunicazione dei terroristi

Il Mossad e la "strategia del caos": il blitz semina il panico tra i miliziani
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Un «bip», che attira l'attenzione, e il cercapersone salta in aria. L'operazione da film, che solo il Mossad, il servizio segreto israeliano, può essere capace di mettere in piedi ha seminato il panico nelle file di Hezbollah. Ieri alle tre del pomeriggio, in Libano e pure in Siria, i cercapersone dei miliziani filo iraniani di Hezbollah si sono trasformati in apparecchi killer. La strategia del caos ha colpito quasi tremila operativi in tutte le roccaforti del Partito di Dio nella terra dei cedri, da Beirut alla Beeka fino al Libano meridionale e anche oltre confine. Hezbollah sapeva bene che gli esperti di guerra elettronica e intercettazione israeliani erano riusciti a penetrare la rete di comunicazione cellulare e fissa, autonoma ed indipendente rispetto al resto del paese.

L'ordine agli operativi era di abbandonare i telefonini e usare il vecchio, banale, ma considerato sicuro cerca persone, che permette anche di mandare brevi messaggi di testo in codice. Però abbandonare i cellulari non è servito a fermare la longa manus del Mossad. Pochi mesi fa, i filo iraniani hanno acquistato una grossa partita di cerca persone TeleTrim probabilmente prodotti da una vecchia società che aveva sede in Brasile. Grazie alla sorveglianza o a qualche spia interna, il Mossad ha saputo per tempo del cambio di strategia nella comunicazioni per renderle più sicure. L'operazione deve essere scattata prima dell'arrivo in Libano del lotto di migliaia di cercapersone. A questo punto hanno infettato l'antiquato sistema di comunicazione con un software come il Trojan, che in qualche maniera attivava la batteria come una mini bomba con un semplice comando da remoto. Ancora più probabile che la batteria sia stata sostituita a monte, prima della commessa, con un'aggiunta di esplosivo. I miliziani colpiti avrebbero parlato di un surriscaldamento dell'apparecchio prima del fatidico «bip», che ha innescato l'esplosione alla stessa ora provocando circa tremila feriti e una decina di vittime. Non solo ha seminato il panico falcidiando le fila degli operativi sciiti, che hanno riempito gli ospedali libanesi, ma l'operazione è riuscita a mandare in tilt il sistema di comunicazione di Hezbollah. Non è escluso che l'ordine di attacco sia partito dopo la scoperta dello Shin Bet di un piano del partito armato libanese, che voleva far saltare in aria con una mina telecomandata l'ex capo di stato maggiore israeliano Aviv Kochavi. Gli israeliani sono già riusciti a realizzare attacchi informatici clamorosi come aver infettato con il virus Stuxnet le centrifughe iraniane per l'arricchimento dell'uranio di Natanz. E sono specializzati nel rendere i telefoni una trappola mortale a cominciare dall'operazione «Ira di Dio», che aveva eliminato i terroristi ed i responsabili di Settembre nero del massacro degli atleti dello stato ebraico alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Quando uno dei bersagli a Parigi alzò la cornetta del telefono fisso, imbottita di esplosivo, gli saltò mezza testa.

Nel 1996, Yahya Ayyash, bombatolo di Hamas, è stato ucciso da un cellulare al tritolo, che usava ogni tanto per chiamare il padre. Però l'operazione «cercapersone killer» contro Hezbollah è a un livello nettamente superiore, oltre i film di James Bond.

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