"Movimento 2 P": il piano dell'ex premier per far fuori Grillo

Progressismo e pacifismo nel nuovo nome del partito. I grillini: "Farà il suo movimento personale"

"Movimento 2 P": il piano dell'ex premier per far fuori Grillo
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Ci sono le Cinque Stelle, ci saranno le «due P». Come progressismo e pacifismo, i due centri di gravità permanente di Giuseppe Conte. Il presidente del M5s si prepara alla battaglia finale con Beppe Grillo. A rottamare quel che resta del Vaffa e della mitologia delle origini. «Questa è una cosa grossa, può cambiare tutto, gli iscritti potranno cambiare anche nome e simbolo», confermano fonti vicine ai vertici pentastellati. Una rivoluzione che si rispetti non può che partire da un nuovo nome, da un altro simbolo. Magari con dei riferimenti alle stelle preferite dall'avvocato di Volturara Appula. La pace, innanzitutto, già inserita nel logo per le elezioni europee. E poi il progressismo, un concetto molto caro all'ex presidente del Consiglio. Stavolta l'avvocato tira dritto. Senza escludere nulla. «Decideranno i cittadini che parteciperanno al nostro processo se questo è un tema da mettere sul tavolo», ha risposto Conte venerdì, in un'intervista al Corriere della Sera, a una domanda sulla possibilità che venga modificato il nome del partito. Stesso discorso, conferma l'ex premier, per quanto riguarda la regola dei due mandati. «L'assemblea potrà modificare e integrare lo Statuto e anche la Carta dei principi e dei valori», ha insistito Conte in un'altra intervista in simultanea, al Fatto Quotidiano. Ma la vera sfida è il cambio di nome e simbolo. Dal Movimento delle Cinque Stelle di Grillo e Casaleggio al partito pacifista e progressista dell'ex premier. «Conte ora può realizzare finalmente il suo sogno di costruire un partito personale», dice una fonte con un passato ai piani alti del M5s. Il leader pentastellato rimette tutto alla volontà degli iscritti, che voteranno un documento finale con una serie di proposte maturate anche in dibattiti con i simpatizzanti, minorenni compresi. Eppure, non è un mistero che Conte vuole usare la Costituente per stravolgere il M5s, spostandolo definitivamente nel campo della sinistra. Perfino con una preponderanza del rosso sul giallo in un ipotetico nuovo simbolo.

Non bisogna, però, trascurare nemmeno le potenziali rogne legali legate al logo con le Cinque Stelle. Conte smentisce che la titolarità di nome ed emblema siano esclusivamente in capo a Grillo, ma sostiene che sono in uso all'associazione del M5s. Ma un Grillo messo ai margini potrebbe arrivare comunque alle carte bollate, rallentando la rivoluzione contiana. Da qui l'idea di cambiare tutto. «Bisogna andare oltre la democrazia diretta: per coinvolgere i cittadini non basta più chiamarli a votare su un quesito predisposto dall'alto», continua ancora Conte parlando con Il Corriere della Sera. Il funzionamento dell'Assemblea sarà governato da Avventura Urbana, società terza di mediazione decisionale, ma comunque scelta dall'allora reggente Vito Crimi per gestire gli Stati Generali del M5s del 2020. Sulla strada della rivoluzione delle «due P» resta l'incognita Grillo. I parlamentari, ansiosi di ottenere il terzo mandato, aggiornano continuamente la homepage del Blog del comico, impauriti da qualche fuga in avanti del patriarca.

Intanto pressano per stracciare la consulenza da 300mila euro all'anno per il fondatore. Ma se Conte riuscirà nella sua missione non ce ne sarà bisogno. Grillo sarà fuori e a quel punto non è escluso un revival del M5s delle origini. Virginia Raggi, Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio lo aspettano.

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