"Era la terza o la quarta persona che si presentava millantando di sapere qualcosa sulla morte di David Rossi, poi sparita nel nulla. E non avrei mai potuto provare niente". Nell'affaire Monte dei Paschi di Siena adesso spunta un testimone misterioso che potrebbe far luce sulla morte del braccio destro di Giuseppe Mussari. Una morte violenta in circostanze ancora da chiarire, ma già archiviata ben due volte come un suicidio. Finora non è stato preso in considerazione, ma quello che ha visto e sentito potrebbe dare una mano sul perché il capo della comunicazione del banco sia "accidentalemente" morto proprio nei giorni in cui era scoppiata la bufera giudiziaria sull'acquisizione della banca Antonveneta.
Cosa è successo veramente la sera del 6 marzo 2013? "Il caso di David - spiega l'avvocato Goracci a Repubblica - era stato riaperto a novembre 2015. A febbraio mi telefona un tizio dicendomi che mi deve parlare del caso Rossi. Non vuole dare il numero di telefono, ma richiama sempre lui. Dopo un appuntamento mancato ci incontriamo nel mio studio: doveva essere l'inizio di marzo 2016. Sui quaranta, un metro e ottanta, distinto. Dice di essere un imprenditore che lavora nel mantovano. Dice di conoscere Rossi e di farsi vivo solo ora dopo tre anni passati all'estero, perché il caso era stato riaperto". A Goracci racconta di aver fissato un incontro con Rossi nel giorno della sua morte. A quell'appuntamento, però, arrivato in ritardo di quasi due ore. Ricorda che l'orologio, quando si trova ai Ferri di San Francesco, segna dieci minuti alle otto. In quel momento, però, Rossi è già volato giù dalla finestra. il corpo, schiantato nel vicoletto, è senza più vita. "Il mio interlocutore dice di essere arrivato proprio lì e di aver visto il corpo di Rossi - racconta ancora Goracci - fa per avvicinarsi, ma succede l'imprevedibile: viene assalito alle spalle da tre o quattro persone. Dopo una breve lotta si divincola e scappa, mentre sente esplodere un colpo d'arma da fuoco".
Questo misterioso testimone rivela a Goracci di aver chiesto un appuntamento a Rossi per parlare di certi conti correnti "aperti dalla banca con l'intervento di alcuni dirigenti" per finanziare la sua attività imprenditoriale a Brescia e Mantova. "La narrazione prende poi una piega strana - continua l'avvocato - il tizio comincia a parlare di denaro in nero che veniva dalle fatture di operazioni immobiliari a Mantova. Pare tutto assurdo. Ci salutiamo a finisce lì. Non l'ho più visto né sentito. Ma ricordo bene che si era presentato come Antonio Muto".
Lo stesso Antonio Muto processato e assolto dall'accusa di contiguità con le cosche mafiose del Mantovano? Secondo Sergio Rizzo, che su Repubblica ha ricostruito tutta l'intricata vicenda, durante l'inchiesta un pentito avrebbe svelato che "a Siena c'era un altissimo funzionario che sboccava i movimenti, anche se poi voleva la sua parte". Ma, quando il giornalista Paolo Mondani intervista Muto a Report, Goracci fa un passo indietro: "Non è la stessa persona che avevo incontrato. Decisamente un altro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.