Un volume economico pari a quattro miliardi di euro l'anno. Quasi quanto una manovra finanziaria. Secondo gli ultimi dati, forniti dall'Anci, gli enti locali monetizzano ogni anno, grazie alle multe, circa 1 miliardo e 500 milioni di euro. Sono i numeri di un giro di soldi che le amministrazioni comunali incassano grazie alle sanzioni per la violazione del codice della strada.
Il primato spetta al Comune di Milano: il popolo milanese è il più multato d'Italia. La giunta guidata dal sindaco Pd Beppe Sala apposta ogni anno in bilancio 330 milioni di euro per le multe elevate. Circa 700mila verbali sono firmati dagli ausiliari del traffico. Per un incasso annuo di 30 milioni di euro. Ma la metà delle contravvenzioni sono illegittime: in 350mila casi, infatti, gli ausiliari non sono autorizzati a sanzionare l'automobilista. Quindici milioni di euro non sono, dunque, dovuti alle casse del Comune di Milano. Eppure in pochi contestano per vie legali la multa, preferendo pagare.
Grazie ai soldi delle multe, parte dei quali non dovuti, l'amministrazione copre alcune voci di bilancio. I soldi, incassati con le multe, andrebbero spesi (per il 50 per cento) per la mobilità. Ma grazie a una deroga, contenuta nella manovra finanziaria 2017, Milano e altri centri possono estendere il campo per l'utilizzo dei soldi, risolvendo un po' di problemi di cassa. E poi: il Comune di Milano è così vigile sui trasgressori da beccarli (e multarli) anche sul territorio di Segrate, in base a una vecchia convenzione. Resta l'illegittimità di una parte delle sanzioni perché elevata da ausiliari del traffico e dipendenti delle società di trasporto pubblico. Multe che però diventano legittime grazie a un provvedimento dei sindaci che amplia le funzioni di ausiliari e dipendenti delle società di trasporto pubblico. La Cassazione si è già espressa in materia, escludendo l'equiparazione tra vigili e ausiliari. Per colmare un vuoto normativo, ma soprattutto per fermare la persecuzione contro i cittadini, è spuntata una proposta di legge del deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, componente della commissione Trasporti della Camera dei Deputati, che impone l'obbligo per gli ausiliari del traffico e i dipendenti delle società di trasporto pubblico di fare multe solo ed esclusivamente nelle aree a striscia blu la cui gestione è affidata alle società di cui sono dipendenti. Il parlamentare azzurro, primo firmatario della legge, sintetizza il senso della propria battaglia: «Non si può combattere la sosta selvaggia con le multe selvagge». Con Baldelli sono schierate tutte le associazioni di consumatori. Ma anche Fratelli di Italia e Lega sono per l'ok. Contrario il Pd che difende l'operato di Sala. Mentre nel M5S c'è la fronda del sindaco di Livorno Filippo Nogarin che vuole continuare a tartassare gli automobilisti. L'esame della proposta di legge contro le multe selvagge è iniziato ieri a Montecitorio. In realtà, Baldelli, già nella passata legislatura, con un emendamento che aveva avuto l'approvazione di tutte le forze politiche, puntava a riordinare i compiti di ausiliari e dipendenti delle società di trasporto.
Quell'emendamento è stato trasformato in proposta di legge. E mira a modificare l'articolo 12 del Codice della Strada. In pratica, agli ausiliari del traffico non possono essere attribuite funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta, se non nelle aree oggetto di concessione e con esclusivo riguardo agli spazi destinati al parcheggio a pagamento e alle aree immediatamente limitrofe.
Inoltre, al personale ispettivo delle aziende di trasporto pubblico di persone non possono essere attribuite le funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di circolazione e sosta, se non limitatamente alle corsie e alle strade dedicate al trasporto pubblico, con esclusione della possibilità di estendere l'esercizio di tali poteri all'intero territorio cittadino. Per ogni altro tipo di infrazione sarà necessaria la presenza di un vigile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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