La variante inglese rischia di mandare in tilt il sistema di contenimento del virus: potrebbe essere necessaria una quarantena più lunga. Mentre il bollettino di ieri segnava un aumento dei ricoveri ordinari e in terapia intensiva, si moltiplicano le zone rosse ed è stato confermato un caso di variante inglese anche in una scuola in una zona centrale di Roma immediatamente chiusa: personale e studenti saranno sottoposti a tampone.
L'ultimo bollettino registra 13.452 test positivi al coronavirus e i casi totali di contagiati salgono così a oltre 2,8 milioni. Altre 232 pazienti sono deceduti a causa del Covid portando così il numero delle vittime dall'inizio della pandemia a 95.718. Con 250.986 test effettuati si registra un tasso di positività del 5,4 per cento, in salita rispetto al giorno precedente. Sono 31 in più i pazienti che hanno fatto il loro ingresso in terapia intensiva: 2.094 in totale. Gli ingressi giornalieri sono stati 125. Nei reparti ordinari sono ricoverate ora 17.804 persone, 79 degenti in più.
Preoccupa la variante inglese che nell'area del centro copre oramai quasi la metà dei contagi riscontrati. Ieri dopo l'istituzione della zona rossa in due comuni della provincia sud di Roma: Colleferro e Carpineto Romano è stata confermata la presenza della variante in un alunno della scuola primaria Ferrini nel quartiere Africano. Oggi si parte con la sanificazione dei locali e tutti verranno sottoposti a tampone.
Fino ad ora la maggiore contagiosità di questa variante era stata attribuita ad una carica virale particolarmente virulenta. Il 50 per cento in più calcolavano gli scienziati inglesi mentre in Italia per ora si parlava di un 39 per cento di contagiosità in più. Ora però uno studio dell'Università di Harvard ha indirizzato la ricerca verso un altro aspetto, misurando la durata delle infezioni e dei contagi nella fase acuta e poi discendente.
Sono stati valutati i test di 65 persone contagiate, di queste sette avevano contratto la variante. B.1.1.7. È emerso così che per la variante la durata media della fase di proliferazione era di 5,3 giorni, la durata media della fase di eliminazione era di 8 giorni e la durata media complessiva dell'infezione (proliferazione più eliminazione) di 13,3 giorni e in alcuni casi fino a 16,5.
Valori molto più estesi nel tempo rispetto a quelli registrati nel ceppo originario di Sars Cov2: fase di proliferazione media due giorni; eliminazione media 6,2 giorni; durata media dell'infezione 8,2 giorni, con un
estremo che arriva a 9,7 giorni. Insomma la variante resterebbe infettiva più a lungo e il periodo di quarantena di 14 giorni senza necessità di tampone previsto ora per gli asintomatici In Italia potrebbe essere insufficiente.
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