Da Myrta Merlino a "Temptation Island", così il Biscione diventa più pluralista

No, Mediaset non si sbilancerà a sinistra, aumenta solo il pluralismo. Certo, da settembre vedremo su quegli schermi volti importanti che fino a qualche tempo fa non ci saremmo aspettati

Da Myrta Merlino a "Temptation Island", così il Biscione diventa più pluralista
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No, Mediaset non si sbilancerà a sinistra, aumenta solo il pluralismo. Certo, da settembre vedremo su quegli schermi volti importanti che fino a qualche tempo fa non ci saremmo aspettati: una giornalista, Bianca Berlinguer, che porta il cognome pesante dello storico leader del Pci e un'attrice, Luciana Littizzetto, da sempre in cima alla lista delle lotte femministe, progressiste, green, radical-chic. E Myrta Merlino, volto di una rete, La7, schierata a sinistra. Sono acquisti significativi, scelti con cura dall'ad, Pier Silvio Berlusconi, per continuare a seguire quella strada di trasversalità tracciata negli ultimi anni, ma che non stravolgeranno la fisionomia tradizionale delle reti del Biscione che restano e resteranno fedeli al core business: la televisione popolare, vicino alla gente di tutte le estrazioni sociali. Però i tempi cambiano, la pressione dei potentissimi broadcaster stranieri arrivati in Italia è pesante, la necessità di sviluppare le alleanze europee è vitale. E, dunque, al mondo e ai mercati è necessario presentarsi con un volto più aperto, pluralista, capace di parlare a un pubblico «a 360 gradi», come ha spiegato l'ad l'altra sera alla presentazione dei palinsesti della prossima stagione. È una strada che Mediaset ha già imboccato anni fa quando ha trasformato Rete 4 da televisione di soap e tg di Emilio Fede in un canale tutto dedito (in prima serata) all'approfondimento. E che ha continuato affidando strisce quotidiane e talk a Barbara Palombelli e Nicola Porro. Insomma, è lo zeitgeist che si riverbera su tutta l'offerta editoriale. Una fase 2, come l'ha definita il capo di Mediaset: «Proviamo ad allargare le prospettive, a rivolgerci a un pubblico sempre più trasversale con professionisti di peso». Così, per quanto riguarda l'informazione, accanto al modo di raccontare la politica e la cronaca di Porro, Del Debbio, Giordano, Nuzzi, ci sarà quello di Bianca Berlinguer (con Mauro Corona) che, comunque, giova ricordare, non è mai stata una barricadera né ha mai ristretto il suo salotto su Raitre al solo popolo di sinistra. E, allo stesso modo, la Littizzetto - che entrerà a far parte della giuria di Tu si que vales del sabato sera - si troverà sulla stessa Canale 5 che continuerà a mandare in onda il Grande Fratello, Temptation Island e L'isola dei famosi. Però «senza quegli eccessi» che si sono visti nelle ultime stagioni, ha sottolineato fermamente Pier Silvio. Perché la tv popolare è fatta anche di reality che generano ascolti e forti interazioni social, ma «ci sono dei limiti» che un'azienda deve rispettare. E, nello stesso spirito, Myrta Merlino andrà a sostituire Barbara d'Urso per virare Pomeriggio 5 verso un contenitore di soli approfondimenti giornalistici abbandonando il gossip e quella linea di infotainment di cui la d'Urso è stata la regina nell'ultimo decennio. Insomma, una televisione di Pier Silvio che si evolve rispetto a quella - figlia di un'altra epoca - che era stata disegnata e costruita dal padre, ma che non abbandona la sua tradizione popolare.

Ora sarà interessante osservare le strade che prenderanno le due più grandi aziende televisive del nostro Paese: una Rai che si appresta a una svolta conservatrice e sovranista e una Mediaset che si apre a sinistra. Alla fine, si vedrà quale sarà più pluralista e moderna.

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