Milano - Tessera sanitaria e documento d'identità alla mano. Il governatore della Liguria Giovanni Toti è stato gentile ma anche molto chiaro e quasi perentorio nel chiedere ai suoi farmacisti uno sforzo in più. Da ieri farmacie e punti tampone del Levante e del Ponente sono tenute a controllare sempre l'identità delle persone che si sottopongono ai tamponi. «Si tratta infatti di un trattamento sanitario che si conclude con un referto, quindi con un documento ufficiale» aveva spiegato già ampiamente sabato a Il Giornale il colonnello Salvatore Pignatelli a capo del Comando carabinieri per la tutela della Salute di Milano che ha messo a disposizione 11 squadre dei Nas (il Nucleo anti sofistificazione dell'Arma dei carabinieri) per svolgere controlli nei centri tamponi e nelle farmacie del Nord Italia.
Un'iniziativa partita in sordina sabato 15 gennaio sotto la Madonnina e poi diffusasi a macchia d'olio in tutte le regioni settentrionali (ma anche nel Lazio) proprio per input del Comando di Milano dopo l'aumento di casi di positivi tra le persone che si sono presentate per sottoporsi ai tamponi in farmacia con il codice fiscale di amici o parenti in modo da risultare negativi anche se non lo si è e continuare ad andare in giro come se la pandemia fosse una opinione.
Tra le truffe possibili c'è anche quella di sottoporre a tampone persone positive con più tessere sanitarie in diverse farmacie per far emettere Green pass per una finta guarigione a nome di soggetti che invece non sono mai stati immunizzati.
Dopo che Asl, Ats e strutture ospedaliere hanno concordato con i carabinieri sulla possibilità di diversi abusi da parte di male intenzionati - con veri e propri tam tam mediatici ad opera di No Vax scoperti dagli stessi militari dell'Arma online e su gruppi whattsapp mentre si scambiavano le dritte sugli escamotage per ovviare controlli e quindi denunce - il bilancio definitivo delle verifiche verrà reso noto a breve.
Intanto in Alto Adige sono state sospese 31 delle tremila postazioni per l'inserimento degli esiti di tamponi per il sospetto che siano stati registrati dei risultati «falsi positivi». Stop ai tamponi anche in una farmacia di Martellago in Veneto, mentre i carabinieri del Nas di Cremona hanno sequestrato in un laboratorio di Siziano (Pavia) 250 tamponi rapidi per la rilevazione del Covid-19, antigenici e molecolari, del valore di circa tremila euro, realizzati senza l'autorizzazione dell'Ats di Pavia e in violazione delle disposizioni regionali. Il titolare del laboratorio è stato denunciato.
«Da parte delle farmacie c'è stata la massima disponibilità - spiega ancora Pignatelli - Abbiamo constatato che a volte è stato solo per questioni di rapidità che non veniva riscontrata l'identità della persona. Purtroppo questo si prestava ad abusi: c'era chi si presentava con la tessera sanitaria di altri».
Nei prossimi giorni il Comando tutela Salute di Roma, che ha coordinato tutta l'operazione, diffonderà dati e cifre sui controlli effettuati in queste settimane.
Le denunce non sarebbero poche, ma va sottolineato anche che molte regioni hanno raccolto immediatamente l'intuizione partita dai carabinieri di Milano e sono corse ai ripari con severe circolari che spingono all'obbligo di venire identificati per chi si sottopone a tamponi o riceve il green pass per guarigione: le direzioni sanitarie hanno convenuto che l'orientamento indicato dalla campagna di verifiche dei carabinieri del Nas è imprescindibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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