Milano - Ma chi l'ha detto che il calcio divide? Il calcio unisce; può anche essere Bostik, strepitoso collante capace di mettere insieme gli opposti, il bianco e il nero, l'alfa e l'omega, la destra e la sinistra, l'acqua santa e il diavolo. Diavolo rossonero, in questo caso. È merito del Milan, infatti, se l'altro giorno il Palazzo s'è ritrovato insieme nella stessa ideale curva, a dispetto delle tradizionali distanze esistenti nell'emiciclo parlamentare.
Tutto merito di Adriano Galliani, storico amministratore delegato della società di via Turati e ora neo senatore della Repubblica. A lui è venuto in mente di metter su il Milan Club Parlamento, con tanto di inaugurazione a Roma, a palazzo Valdina. Vero che esiste già un Milan Club Montecitorio ma quello appena nato vuole mettere insieme sia i deputati sia i senatori. Detto fatto: la medesima fede calcistica ha immediatamente sbriciolato tutti gli steccati ideologici. Così, ecco arrivare una solare Maria Elena Boschi, con tanto di maglietta ufficiale col numero «19» sulla schiena, e dar vita a un altro «numero»: l'abbraccio al fedelissimo berlusconiano Galliani. L'osservatore intossicato di politica potrebbe urlare alla rievocazione o riedizione del Nazareno. Non è così. Conta solo il tifo: «Sono milanista grazie al nonno - spiega l'ex ministra renziana -. Da bambina ammiravo Maldini e compagni dare spettacolo in Italia e in Europa». Altri tempi, calcisticamente parlando. In ogni caso, a conferma che il «renzusconi» qui non c'entra nulla c'è il fatto che tra i soci compaia anche Davide Tripiedi da Desio, ex idraulico, seconda legislatura a Montecitorio e sfegatato grillino oltre che sfegatato milanista. Al prossimo gol di Piatek è possibile che a San Siro butti le braccia al collo all'«odiata» (politicamente parlando) Boschi mentre in settimana in Aula il collo lo stringerebbe in ben altro modo. Idem Roberto Rossini, pure lui pentastellato, marchigiano di Fano, prima legislatura, che si troverà a fianco di un Maurizio Lupi, veterano della politica, politicamente distante anni luce da lui ma con la stessa palpitante fede.
A benedire questa stramba ma bellissima empatia rossonera l'altro giorno c'era pure il presidente del Milan, Paolo Scaroni: «Io, milanista fino al midollo», giura. E ricorda: «Il primo Milan club parlamentare nacque nel 2003. Presidente? L'ex premier dem Enrico Letta». Insomma, un consesso che più trasversale non si può. Manca - ma si giura per poco - il condottiero leghista Matteo Salvini, talmente milanista da battibeccare ogni partita con mister Gattuso.
All'inaugurazione non s'è visto ma solo perché impegnato; una capatina alla Camera per ritirare la maglia di Piatek l'ha fatta. Nel club, ci sono anche il renzianissimo Luca Lotti, la meloniana Paola Frassinetti, l'azzurra Federica Zanella. La politica divide, la fede calcistica unisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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