dal nostro inviato a Rimini
Referendum e riforme. L'autonomia mette d'accordo i governatori del centrodestra con quelli di centrosinistra. I presidenti di Lombardia e Liguria, Roberto Maroni e Giovanni Toti, si tengono lontani dalla politica nazionale, ma chiedono al governo centrale di riconoscere quote maggiori di autogoverno. L'occasione per mettere allo stesso tavolo i governatori del Nord è stato un incontro al Meeting di Rimini al quale hanno partecipato anche il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e quello della provincia autonoma di Trento Ugo Rossi.
«Le regioni hanno fatto un percorso più virtuoso rispetto a quello fatto dal governo centrale», ha premesso Toti. Ad esempio, hanno tagliato la spesa in modo più efficiente. E ora devono essere messe in condizione di dare un contributo. Nel breve termine, con la prossima legge di Stabilità. Poi nella prossima legislatura. L'importante, secondo l'esponente di Forza Italia, che ha riconosciuto in Silvio Berlusconi il suo «padre politico» è che «nella prossima legislatura ci sia una maggioranza e un governo con il quale le Regioni possano interloquire».
Maroni punta tutto sul referendum sull'autonomia della Lombardia e del Veneto del 22 ottobre (che a giudicare dagli applausi piace al Meeting). «Ho l'ambizione di cambiare le sorti della Lombardia e quindi dell'Italia. La sovranità appartiene al popolo e voglio che il popolo lombardo si esprima su questa rivoluzione». L'esponente della Lega ha confermato che ci sono «tantissime resistenze da parte degli apparati centrali» contro il referendum. Ma la risposta non può essere quella di rinunciare e puntare a trattative con il governo. «Andrò a Roma con il consenso del popolo lombardo». Peraltro «io eletto dal popolo lombardo, il governo no», ha ironizzato. Il referendum si terrà anche nel Veneto di Luca Zaia. I legami «sono forti» e il mandato che daranno i cittadini ai due governatori sarà maggiore di quello che ora hanno. Obiettivo, fare rientrare in Lombardia almeno la metà dei soldi che escono in tasse. Sarebbero 27 miliardi all'anno, più dell'attuale bilancio.
Il presidente trentino ha ricordato come autonomia significhi responsabilità. «Un cittadino Trentino se una strada non viene costruita sa benissimo con chi prendersela, con il sottoscritto». Rossi è esponente del Partito autonomista trentino e guida una giunta di sinistra, ma vede di buon occhio un'intesa con le altre Regioni, anche di centrodestra, per maggiori quote di autogoverno. Per Bonaccini serve più autonomia sì, ma non c'è bisogno di altre Regioni a statuto speciale. E comunque «al referendum inviterei a votare sì».
Ieri al meeting c'era anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che vede la sua candidatura alla presidenza della Lombardia come una «prospettiva abbastanza
concreta». Sullo sfondo la battaglia elettorale per la Sicilia. È il governatore della Liguria Giovanni Toti a farsene carico. Una «situazione preoccupante», spero che il centrodestra «abbia un sussulto di responsabilità».
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