Negozi chiusi la domenica: M5S e Pd ora sono divisi

Parti distanti per un eventuale accordo: "Serve una pausa di riflessione, di certo non potrà restare il vecchio impianto". La Lega avverte: "Bisogna andare avanti, non c’è ragione per la quale occorre fermarsi"

Negozi chiusi la domenica: M5S e Pd ora sono divisi

A dividere la maggioranza giallorossa è la chiusura domenicale dei negozi. Dopo l'accordo di massima trovato nella precedente esperienza governativa tra Movimento 5 Stelle e Lega, la posizione del Partito democratica ora fa ripartire tutto da zero. L'intesa tra il M5S e il Carroccio era stata trovata sulla base dello stop per gli esercizi commerciali per 26 domeniche su 52 e per 8 festività su 12. Tale impostazione non è però digerita dai dem, come testimonia Benamati: "Serve una pausa di riflessione, di certo non potrà restare il vecchio impianto".

Punto di incontro?

La tematica è stata esclusa dal programma di governo poiché si conta di trovare un punto di incontro tramite un confronto in Parlamento: il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli la settimana scorsa ha tenuto un incontro con grillini e ha riferito che da parte di Graziano Delrio si è registrata un'apertura. Ma dalla parte del Pd in realtà continua ad esserci una linea dura e chiara, come sottolinea il capogruppo al Senato Andrea Marcucci: "Questa è una legge divisiva, non se ne parla, meglio accantonarla". Il rischio è che senza un compromesso la legge morirà.

"No passi indietro"

Barbara Saltamartini, presidente leghista della Commissione Attività produttive, ha affermato: "Bisogna andare avanti, non c’è ragione per la quale occorre fermarsi".

Tesi sposata anche dal relatore Andrea Dara: "Per noi non c’è nessun problema. Ora però tocca alla maggioranza fare sintesi". Dalla stessa parte anche il grillino De Toma: "Noi non abbiamo intenzione di fare passi indietro. Già c’è stata una mediazione".

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