Nella polveriera di Mondragone. Tensione dei centri sociali per l'arrivo di Salvini

Nel comune zona rossa per il diffondersi del Covid nella comunità bulgara, scoppia la bufera: cariche con la polizia

Nella polveriera di Mondragone. Tensione dei centri sociali per l'arrivo di Salvini

Attivisti pro e contro Lega si sono dati battaglia oggi. Al centro del contendere Matteo Salvini, che nel pomeriggio ha dovuto per questo interrompere il suo comizio nel cluster campano. A Mondragone, paese sul litorale in provincia di Caserta, sono giorni difficili. Queste vie sono una polveriera pronta a esplodere. C’è tensione dopo che la cosiddetta "area Cirio" dallo scorso lunedì è zona rossa per effetto di un’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in seguito alle decine di positività riscontrate per coronavirus nella comunità bulgara.

Questo pomeriggio, sul posto, è arrivato Salvini. E non sono mancati gli scontri. La cittadina affacciata sul mare appariva blindata. Si sono registrati tafferugli dove era atteso il comizio del leader della Lega. Nel comune si sono presentati sostenitori del Carroccio e un gruppo di contestatori. Ingente il dispiegamento di forze dell’ordine. Circa 200 uomini.

La tensione nell’area dei Palazzi Cirio è salita alle stelle. Tra i militanti della Lega al gazebo e il gruppo di contestatori, distanti pochissimi metri, si sono frapposte le forze dell’ordine con camionette e un cordone di agenti di polizia. Tanti i cori contro la Lega e Salvini, tra i quali "Vergogna, vergogna" e il goliardico "Lavaci col fuoco". Sono gli attivisti del comitato "Mondragone non si Lega".

Non sono mancati gli striscioni con la scritta "Salvini sciacallo" e "Stevm scars a sciem". Saltellano e cantano "Odio la Lega". Sul lungomare di Mondragone campeggia lo striscione "Salvini vattene. Pensa ai problemi del tuo Nord". Qualche momento di tensione si è registrato anche tra sostenitori di Salvini e un gruppo di persone che urlano "Nordisti di m...".

I circa cento manifestanti che provano a contestare la presenza del leader della Lega hanno provato anche a forzare il cordone di sicurezza disposto dalle forze dell’ordine, che hanno risposto con una manovra di alleggerimento, respingendoli. I contestatori hanno poi dato vita a un contro comizio con tanto di microfono e casse. "Tu che a Roma non hai fatto niente, cosa vieni a fare qua? A fare la passerella politica?", ha detto un manifestante raccogliendo l’applauso dei presenti. Dall’altro lato della strada attivisti e militanti della Lega attendevano l’ex ministro degli Interni.

Dopo lo scoppio del focolaio tra i cittadini bulgari che abitano le palazzine di edilizia popolare, il segretario leghista ha subito annunciato la sua visita nella cittadina del Casertano, che proseguirà stasera a Santa Maria Capua Vetere e domani a Castel Volturno.

"Viva la gente perbene", ha esordito Salvini. "Italiani o stranieri peccato che c’è qualche balordo dei centri sociali che preferisce l’illegalità". Sono partiti a questo punto dei fischi e il segretario si è interrotto. Discorso finito.

Salvini: “Tornerò, tornerò, tornerò”

A margine del suo mancato intervento Salvini ha dichiarato alla stampa: "A Mondragone c’è stata la violenza dei centri sociali contro Lega, poliziotti, giornalisti e cittadini perbene. Loro preferiscono illegalità e camorra, io preferisco lavoro, libertà e sicurezza. Se pensano di spaventarmi con violenza e minacce, non mi conoscono: tornerò, tornerò e tornerò, finché non avremo ridato pace alle persone perbene".

"I violenti sono quelli che hanno attaccato i poliziotti e rotto l’impianto elettrico, impedendo alla gente di parlare. Questi sono complici della camorra", commentando così le contestazioni che hanno accompagnato il suo arrivo a Mondragone. "Noi continueremo a tornare finché in questi palazzi non tornerà la legalità. La democrazia non prevede la violenza e le botte alla polizia. È mio dovere esserci e tornerò giorno dopo giorno senza avvisare quei delinquenti. Se pensano di intimidirci hanno sbagliato, il mio avversario in Campania è la camorra".

Poi ha aggiunto: "La cosa importante è la squadra e le liste pulite. Va bene così". Parlando con i giornalisti Salvini si è espresso così sulla scelta di Stefano Caldoro come candidato del centrodestra per le Regionali in Campania e dopo la rinuncia alla ricandidatura di Armando Cesaro, figlio del senatore Luigi e consigliere uscente di Forza Italia. "Lavoriamo con questa squadra per vincere e mandare a casa De Luca, con le ipotesi non si costruisce nulla", ha fatto sapere a chi gli chiede se sarebbe stato meglio un altro candidato.

Il leader del Carroccio ha confermato, infine, che domani non parteciperà alla presentazione della candidatura di Caldoro. "Domani sono a Roma, ci saranno i responsabili regionali. Se i centri sociali lo permettono, in mattinata incontrerò i cittadini di Castel Volturno".

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