
Mosca non si è sottratta alla cerimonia del culto della guerra anche nel corso del Venerdì Santo. La liturgia militare è stata la medesima, al netto del lavoro delle diplomazie: missili e bombe sono cadute un po' ovunque. Putin ha deciso di alzare l'asticella, mettendo nel mirino la regione del Dnipropetrovsk. Non fa parte delle cinque regioni reclamate dal Cremlino, ma potrebbe tornare utile ai tavoli negoziali, soprattutto se davvero gli Usa (come sostiene Bloomberg) concederanno a Mosca la possibilità di amministrare Donetsk, Kherson, Luhansk, Zaporizhzhia e Crimea.
Le truppe russe si stanno avvicinando a Kostjantynivka, che dista 90 km dal confine col Dnipropetrovsk, e utilizzano l'area circostante come testa di ponte per bombardare il capoluogo Dnipro. Ieri un attacco missilistico sulla città, con tre Iskander caricati con munizioni a grappolo, ha provocato 2 vittime tra i civili e danneggiamenti vari. Per il Cremlino sarebbero stati distrutti in realtà depositi di droni. L'avanzata di Mosca ha riguardato anche le regione di Sumy e Kharkiv, dove si registrano 4 morti, e oltre cento persone ferite, anche una bimba di 2 anni. «È così che la Russia ha iniziato questo Venerdì Santo: con missili balistici, da crociera, Shahed, mutilando la nostra gente e le nostre città. Sono delle canaglie» scrive su X Zelensky, chiedendo soprattutto agli Usa nuove forniture di Patriot e sanzioni alla Cina che produce pezzi per gli Iskander.
Sfumata qualsiasi possibilità di tregua per Pasqua, si torna a parlare di siti energetici. La moratoria sui bombardamenti è scaduta, come sottolinea il portavoce del Cremlino Peskov, ricordando che Putin «non ha fornito istruzioni per nuovi attacchi». Gli risponde l'omologo ucraino Lytvyn, sostenendo che Kiev ha rispettato gli accordi del 25 marzo con la Casa Bianca. In realtà non c'è stato un solo giorno in cui i due contendenti non abbiano messo nei loro target centrali elettriche o gasdotti. Tant'è che proprio l'altra notte le difese aeree russe hanno abbattuto 56 droni ucraini diretti sugli hub energetici di Voronezh, Belgorod, Rostov e Krasnodar.
Nel 1.150° giorno di combattimenti gli ucraini hanno attaccato il porto marittimo di Olya, nell'Astrakhan (mar Caspio), per interrompere la catena di approvvigionamento di grano e merci dalla Russia all'Iran. La Lituania si appresta a fortificare ulteriormente il corridoio tra Bielorussia e Kaliningrad, considerato una delle aree più probabili per qualsiasi futuro attacco russo all'Europea e alla Nato. Mosca e Kiev effettueranno oggi un nuovo scambio di prigionieri (circa 500) con la mediazione degli Emirati Arabi.
Gli 007 di Mosca sostengono che l'intelligence di Kiev stia preparando una sanguinosa provocazione armata su Kharkiv a Pasqua per screditare la Russia. Nel Kursk sarebbero morti ieri 225 soldati ucraini. Catturato nel Luhansk un mercenario australiano pro-Kiev.
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