Ha fatto tutto da sola. E non sarebbe la prima volta. La ragazza che, a Traversetolo, ha confessato di aver ucciso il suo bimbo appena dopo essersi indotta il parto, ormai a termine, è un'ombra. Tutti pensavano di sapere tutto di quella famiglia tranquilla, anche se ora il dubbio si insinua. Come può una giovane di quasi 22 anni, studentessa di giurisprudenza a Parma, babysitter per arrotondare, ed educatrice, fino ad un paio di anni fa, proprio dei bimbi all'oratorio, aver partorito ed ucciso non uno, ma, forse, due figli, seppellendoli nel suo giardino, senza che nessuno - dai genitori, al fidanzatino, agli amici - si accorgesse nemmeno della gravidanza?
Eppure il procuratore Alfonso D'Avino, dopo settimane di riserbo che aveva ormai scatenato psicosi in città oltre che fra i media, ha messo nero su bianco alcuni tasselli di una prima sconcertante verità. «La ragazza non è stata seguita da nessun medico, la famiglia e il ragazzo che il dna ha indicato come padre del primo neonato, sono estranei alla vicenda». Sembra materia per una fiction. Invece, fra le colline emiliane, la realtà sta superando tutti i toni dell'orrore. La ragazza, che ora si trova con la famiglia lontano dal paese, è indagata per omicidio volontario con l'aggravante di premeditazione e consanguineità, oltre che per occultamento di cadavere. In agosto, due giorni prima di partire per New York, con la famiglia, avrebbe partorito in casa da sola. Inducendosi, forse, il parto per non perdere quel volo aereo che credeva sarebbe stato anche un alibi. Il 9 agosto, però, sua nonna si è recata a dare da mangiare ai cani della villetta di Vignale dove vivono anche altri parenti che poi hanno aiutato la donna sotto choc a chiamare i soccorsi quando il cane le ha mostrato un corpicino nel prato. Un bimbo, un maschietto, pulito e senza segni di violenza emergeva da uno strato di terra. Agli inquirenti è parso subito strano che qualcuno scegliesse un giardino stretto da casette a schiera, ma anche comunicante con la casa di un'altra famiglia, per liberarsi di un fardello così pesante. Intorno colline, boschi, perfino cassonetti e una discarica non lontano. Al rientro della famiglia dalle ferie padre noto imprenditore, madre segretaria, un altro figlio minorenne la ragazza è stata sentita mentre gli inquirenti passavano al luminol villetta ed auto. La verità ha cominciato ad emergere. Prima è stato rintracciato il padre del bimbo morto: è un 22enne, amico di infanzia, che oggi è sconvolto, come sua madre, Sonia: «Se avessimo capito, il bimbo lo avremmo tenuto noi. È tutto assurdo: avevo visto la fidanzatina di mio figlio fino a poco prima del viaggio, forse si vedevano meno ultimamente, lei era sempre la stessa, magra, con magliette corte ed attillate». La famiglia della ragazza avrebbe provato a mettersi in contatto con quella del fidanzatino ma questo è il tempo del silenzio e del dubbio. Quello più atroce: «Mio figlio sì, potrebbe essere il padre anche dell'altro bambino». Se la Procura ha cominciato a mettere qualche punto fermo sul primo caso, sul secondo ritrovamento ancora non ci sono certezze.
Tranne una: è stata la ragazza ad indirizzare gli inquirenti verso la siepe dello stesso giardino. Lì gli uomini del Ris hanno ritrovato le ossa di un piccolo scheletro compatibile con un neonato di 40 settimane che la ragazza potrebbe aver dato alla luce e sepolto. Per tornare a fare lo stesso, un anno dopo.
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