Extraprofitti, tasse e polizze: il piano del governo

Il sottosegretario Durigon: "Niente prelievi, ma i grandi gruppi diano un contributo. Assicurazioni? No all’obbligo"

Extraprofitti, tasse e polizze: il piano del governo
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Senatore Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, cosa pensa dell'ipotesi di introdurre una qualche forma di prelievo sugli extra-profitti di banche, assicurazioni e società energetiche?

«Il governo ha già detto che non ci saranno misure di questo genere. Sicuramente chiederemo anche alle banche di dare una mano per aiutare tutta l'economia italiana, però non c'è intenzione di mettere tasse sugli extraprofitti in questo momento».

Possono stare tutti tranquilli, quindi?

«È un momento molto particolare, c'è una grande crescita e non dobbiamo frenarla con le tasse, ma cercare di aiutarla con azioni che possono dare più sostegno all'economia del Paese. Le banche su questo possono sicuramente attivarsi senza immolarsi sull'altare di norme che possono soltanto imbrigliare l'economia».

Oltre al taglio del cuneo e alla riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, magari portandola fino a 60mila euro di reddito annuo, avete qualche altra priorità?

«Come Lega la flat tax per gli autonomi è sicuramente un tema che vogliamo portare avanti. Ha contribuito alla crescita delle famose partite Iva e crediamo che spostarla a 100mila euro sia un elemento fondamentale per noi. Il taglio del cuneo resta l'elemento principale anche perché è la grande risposta che diamo anche alle sinistre sul salario minimo. Noi siamo riusciti in qualche modo a dare questo vantaggio importante ai redditi fino a 35mila euro che credo sia fondamentale anche per l'inflazione che si era determinata. Poi, bisogna dare una risposta sulle pensioni minime. Insomma, ci sono molti elementi che stiamo valutando e cercando di mettere in campo».

Per quanto riguarda il concordato preventivo, ci sono tante attese perché occorrerà reperire risorse. Voi siete ottimisti?

«Penso che sia importante cercare di snellire la burocrazia e in qualche modo anche efficientare tutto ciò che viene messo a bilancio dando sollievo alle aziende e ai cittadini. Quindi io sono molto fiducioso che queste coperture si possano trovare».

Capitolo pensioni. Oltre all'innalzamento delle minime che cosa si farà in tema di flessibilità in uscita?

«Come Lega vogliamo oggettivamente costruire una riforma importante. Ci sono due aspetti. Noi vogliamo innanzitutto che non si tocchino la flessibilità in uscita esistente, a partire dalle finestre di pensionamento per le quali quest'estate si ipotizzava un allungamento. Noi garantiamo che questo non accada. Dopodiché credo che sia il momento importante per investire nella previdenza complementare, quindi un silenzio assenso o obbligatorietà parziale, comunque sia un potenziamento della comunicazione verso i lavoratori di investire nel secondo pilastro e quindi incentivarlo sarà fondamentale. Se rafforziamo la cultura del secondo pilastro, possiamo garantire pensioni più adeguate ai giovani e ai meno giovani. La vera riforma l'abbiamo promessa entro la legislatura, questo sarà un obiettivo della Lega e lo porteremo avanti».

Qual è la vostra posizione sull'obbligo di assicurazione contro i danni catastrofali da estendere non solo alle imprese ma anche ai proprietari immobiliari, come ipotizzato dal ministro Musumeci perché «lo Stato non ce la fa»?

«Non sono mai favorevole a un obbligo in generale. Pensare di rendere obbligatoria l'assicurazione sulle case significa aumentare la tassazione sulle case. Va incentivata, invece, l'adesione a queste forme assicurative facendo capire ai cittadini che per loro può rappresentare una possibilità. Incentivazione, però, non significa obbligatorietà della scelta. L'obbligatorietà è come aumentare le tasse. Invece il cittadino si deve sentire libero di poterlo fare oppure no e lo Stato deve in qualche modo incentivare la scelta con una defiscalizzazione, con un premio minore, confrontandosi con le assicurazioni sulle modalità per arrivare all'obiettivo di una maggiore copertura dei rischi».

L'obbligo sarebbe una patrimoniale ulteriore sulla casa?

«Esatto, perché poi avremmo un'altra tassa sulla casa».

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