"Nessun santo subito? I papi non sono bandiere

Il direttore emerito dell'"Osservatore Romano", Giovanni Maria Vian: "Sana reazione dei fedeli alla santità generalizzata"

"Nessun santo subito? I papi non sono bandiere

Professore Giovanni Maria Vian, storico del cristianesimo e direttore emerito de L'Osservatore Romano, che impressioni ha avuto vedendo i funerali di Papa Francesco?

«Devo dire che sono stati funerali molto suggestivi, anche se mi aspettavo maggiori novità rispetto al passato. Ma c'era da immaginarselo, perché il grande cambiamento era avvenuto al tempo di Paolo VI. Prima di Papa Montini era tutto diverso: pensiamo al 1963 e ai funerali di Giovanni XXIII. Nelle foto d'epoca si può vedere un enorme catafalco pieno di candele all'interno della Basilica Vaticana, dove vennero celebrati i funerali. Paolo VI fece invece modificare il rito ed è quello che ormai è divenuto esemplare, con la bara davvero per terra, non come oggi che era un po' rialzata».

C'è qualcosa che l'ha colpita particolarmente delle esequie di Papa Francesco?

«Devo dire che è stato straordinario, con i canti latini, con questa partecipazione corale del collegio cardinalizio e dei vescovi. Poi un gran numero di concelebranti e infine la traslazione a Santa Maria Maggiore dove, con lui, diventano otto i papi lì sepolti. Forse è un po' una retorica quella riguardo al Papa che aveva detto voglio dei funerali come un semplice cristiano, ma rendere le esequie più semplificate di così a mio parere è impossibile».

Ben diversi sono stati i funerali di Benedetto XVI...

«Quella della morte di Benedetto resta un po' una questione aperta, perché Papa Francesco non è riuscito a dissipare l'impressione che fosse una morte un po' declassata. A onore del vero c'era la difficoltà nel far capire che non era morto un Papa, ma un Papa che aveva rinunciato e che quindi non era più il Pontefice».

In quel caso però furono esequie presiedute da Francesco.

«Credo ci sia un solo precedente, Pio VII che celebra nel 1802 i funerali del suo predecessore Pio VI che era morto nel 1799 in Francia, deportato. Il rimpatrio delle spoglie di Pio VI furono trionfali, venne celebrato come un Papa martire. Molti non avevano mai visto prima un Papa e cominciarono allora a diffondersi delle immagini con il volto del Papa. Se si vuole ricordare un funerale celebrato da un Papa, c'è questo precedente singolarissimo».

Riguardo a Papa Francesco hanno fatto il giro del mondo le foto delle scarpe nere all'interno della bara.

«Sì, questo, diciamo, è un po' la normalizzazione della figura del Papa, che lui ha perseguito in moltissimi modi, quindi è coerente con questa visione. Ecco, questa è forse davvero una novità: il Papa morto non viene rivestito completamente con i paramenti pontificali».

Che ne pensa dell'utilizzo della papamobile per il trasferimento a Santa Maria Maggiore?

«Questo aspetto non mi è sembrato particolarmente rilevante a dire la verità. Credo che sia una decisione presa dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, d'intesa con altri responsabili della Santa Sede, ma cambia poco che fosse la papamobile o un carro funebre. Riguardo alla folla che ha accompagnato il viaggio del Papa con degli applausi lungo le strade di Roma, non dimentichiamo il viaggio che ha fatto nel 1958 da Castel Gandolfo al Vaticano il corpo di Pio XII. Erano altri tempi, ma anche lì fu circondato dalla folla».

Per fortuna un viaggio quello di Papa Francesco verso Santa Maria Maggiore senza incidenti...

«Certo, nel passato c'è stato un caso che è da collocare dopo la presa di Roma in cui volevano gettare la bara del Papa Pio IX addirittura nel fiume Tevere. Gli urlarono contro di tutto. Era un carro che uscì a mezzanotte dal Vaticano, seguito da carrozze, passò per Ponte Sant'Angelo e lì partì subito la gazzarra con fischi e improperi da parte di un gruppo di giovani attivisti anticlericali. Si spinsero verso il carro funebre, urlando carogna, abbasso i preti, viva Garibaldi, viva l'Italia. Successe nel luglio del 1881: era il viaggio di Pio IX verso il luogo della sepoltura: San Lorenzo in Verano».

Papa Francesco comunque non ha voluto una sepoltura nelle Grotte Vaticane.

«Ci sono oltre 140 papi sepolti a San Pietro, è un uso che inizia in età tardo antica. Ma i papi sono sepolti un po' dappertutto! Poi c'è l'episodio macabro del Sinodo del cadavere che viene riesumato: Papa Formoso che venne processato e poi buttato nel Tevere, con il corpo mutilato nelle dita con cui aveva benedetto. Il corpo poi fu miracolosamente recuperato dal fiume da un monaco e poi venerato come santo».

Riguardo alla presenza dei Capi di Stato e di Governo, ha notato differenze rispetto al passato?

«Non ho fatto un confronto preciso, ma c'è da segnalare senza dubbio che Trump è stato la star di questo funerale. Questo va detto. Soprattutto con questi incredibili incontri che lui ha avuto con Zelensky, con Macron e con Starmer. Spiccava completamente perché la Russia ha mandato soltanto la ministra della cultura e della Repubblica Popolare Cinese non è arrivato nessuno. Questo dimostra anche la difficoltà riguardante la questione cinese e i rapporti con la Santa Sede».

E per quanto riguarda i fedeli presenti ha notato qualcosa?

«Ho notato che non c'è stato nessun cartello santo subito. E questo, secondo me, è molto sano.

Forse è una reazione popolare a questa santità papale che è diventata generalizzata e un po' controproducente. Anche perché esporre un papa e la sua politica a diventare bandiera, anche agiografica, beh, mi sembra un po' troppo».

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