«Secondo me non si fermeranno alle Rossana: alleggeriranno ancora l'azienda e pian piano venderanno altri pezzi della Perugina». Non usa mezzi termini Carla Spagnoli, una delle pronipoti di Luisa Spagnoli, l'imprenditrice umbra che nel 1907 fondò la fabbrica che produce il famoso Bacio. La dismissione da parte della Nestlé delle caramelle con l'incarto rosso la lascia «amareggiata e arrabbiata».
Di cosa accusa la multinazionale svizzera?
«Non investono più in nulla. Non creano prodotti innovativi e lasciano morire i marchi storici».
Cosa significa per una Spagnoli sapere che le Rossana non rientrano più nei piani della Perugina?
«Guardi, lo stesso discorso vale per tanti altri prodotti: sono tutte creature di mia bisnonna. Li considero dei gioielli. Lasciarli morire è come perdere l'identità. Ma c'è un motivo se tutto questo sta accadendo».
Quale?
«La multinazionale ragiona con una mentalità diversa, pensa ai conti, non alla storia. Durante la manifestazione per i 100 anni del Bacio, parlai con un manager Nestlé. Non sapeva nemmeno chi fosse mia bisnonna, la fondatrice dell'azienda che stava guidando. La Perugina, evidentemente, non gli interessa. Non ci mettono anima, cuore e passione. Sono guidati solo da interessi economici».
In molti puntano il dito anche contro i sindacati.
«Sono stati la nostra rovina. Una volta erano sempre sul piede di guerra. I Buitoni, prima di vendere, dovettero assumere 400 persone anche se in crisi. Hanno boicottato i prodotti, mettendo denti cariati nei Baci. Da quando c'è Nestlé, invece, sono stati sempre in silenzio».
La governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini (Pd), ha parlato di un piano industriale con "luci e ombre".
«Vorrei sapere dove vede la luce.
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