San Paolo. Ha smesso di essere pubblicato La Prensa, il più antico quotidiano del Nicaragua, l'ultimo che aveva continuato a circolare negli ultimi anni nonostante le continue aggressioni del presidente sandinista Daniel Ortega. A far finire i suoi giorni uno stratagemma terribile. Siccome la dittatura nicaraguense ha il controllo della carta per la stampa le è bastato non fornirla più vietando anche al quotidiano una importazione dall'estero. La «Repubblica della carta», come è storicamente chiamato il quotidiano, nel suo ultimo numero di giovedì aveva denunciato in copertina che «la dittatura di Ortega-Murillo (Rosario Murillo è la moglie e vicepresidente di Daniel, ndr) ci ha negato il nostro ruolo. Finché non libereranno i nostri rifornimenti, non potremo circolare nella nostra versione cartacea, ma non ci faranno tacere». Da giovedì scorso, dunque, la gigantesca rotativa Goss Urbanite non funziona più, e dall'altroieri il giornale non è più uscito. Stessa sorte è toccata al popolare quotidiano Hoy, di proprietà della stessa società editoriale. Erano gli ultimi due giornali che circolavano in Nicaragua, da oggi l'unico Paese al mondo senza neanche un giornale stampato. E venerdì scorso la polizia sandinista ha fatto irruzione nella redazione de La Prensa: «Pattuglie di polizia sono nella redazione. Non fanno usare i telefoni ai collaboratori negli uffici» il disperato Sos. I sandinisti hanno interrotto l'accesso a internet, tolto la luce e disattivato tutti i server dell'azienda in un'azione subito condannata dalla comunità internazionale come l'ennesimo «abuso» del regime di Managua. Il giornalista de La Prensa Hans Lawrence Ramírez che nel momento del raid era a casa ha dichiarato al portale Infobae che il caporedattore Fabián Medina Sánchez «era tra i giornalisti in redazione, ha abbandonato tutti i gruppi WhatsApp che avevamo in comune e presumiamo che sia stato arrestato».
Il resto dei reporter che lavoravano da casa si è avvicinato al giornale non appena è arrivata la notizia, ma i cancelli sono stati sigillati. Ramírez ha assicurato che l'intervento delle forze sandiniste «è l'ennesimo assalto alla libertà di stampa e di espressione, soprattutto di chi ha costantemente denunciato le violazioni dei diritti umani ed è stato a favore della democrazia». Di certo c'è che da ieri il giornale e i direttori sono indagati per «frodi doganali, riciclaggio di denaro sporco a danno dello Stato e della società nicaraguense» a detta del regime.
La Prensa è il giornale più antico del Nicaragua. Il 2 marzo scorso ha compiuto 95 anni e porta avanti una tradizione di confronto con le tante dittature che hanno governato il Nicaragua, che lo ha portato a subire censure, chiusure manu-militari, carcere per i suoi direttori e giornalisti, l'omicidio del suo direttore, attentati dinamitardi dei suoi edifici, assedio da parte della polizia e folle di fanatici e, adesso, il blocco del rifornimento delle materie prime come la carta allo scopo di farlo tacere. Due amministratori de La Prensa - i fratelli Cristiana e Pedro Joaquín Chamorro - sono stati arrestati nelle ultime settimane, subito dopo aver espresso l'intenzione di concorrere contro Ortega per la presidenza del Paese.
Le elezioni in cui Ortega sarà l'unico candidato (con la moglie come vice) si terranno il prossimo 7 novembre ma sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno già comunicato che non le riconosceranno in quanto «prive di credibilità».
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