Niger nel caos, voli speciali per rimpatriare gli europei

Casa Bianca: "La mano russa dietro il colpo di Stato? Non risulta"

Niger nel caos, voli speciali per rimpatriare gli europei
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La situazione in Niger si aggrava di ora in ora. Il Paese precipita nel baratro molto più rapidamente del previsto. La saldatura dei golpisti con i regimi di Mali e Burkina Faso, anch'essi frutto di colpi di stato animati da un sentimento anti-francese e anti-occidentale, è oggi più concreta che mai. I toni in tutto il Sahel si sono alzati e l'ipotesi di un intervento militare paventato dall'Ecowas ha scatenato le ire proprio dei due Stati vicini. Che hanno già detto che considereranno qualsiasi intervento militare contro il Niger «una dichiarazione di guerra contro i loro Paesi».

Quello di Niamey è il terzo colpo di Stato della regione negli ultimi tre anni, dopo quelli che hanno rovesciato i governi di Bamako e Ouagadougou. Dopo loro, dunque, anche il Niger è caduto sotto il controllo di un regime militare che potrebbe sconvolgere la lotta contro i gruppi armati jihadisti nel Sahel e anche il contrasto ai flussi migratori: il Paese nel caos ne è il crocevia, alle porte del Sahara e sulle rotte che portano al Mediterraneo.

Il governo italiano ha messo a disposizione un volo speciale per i 91 connazionali rimasti bloccati. «L'ambasciata a Niamey resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione in corso», ha scritto su twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Pure la Francia ha cominciato a evacuare i propri cittadini, circa 600. Potranno aderire a questa iniziativa tutti «gli europei che desiderano lasciare il Paese». La Germania ha esortato i suoi, meno di 100, ad accettare la proposta di Parigi.

Macron, dopo il golpe, ha visto violente proteste anti-francesi, come la manifestazione filo-golpista di domenica. Con la folla che urlava: «Lunga vita alla Russia», «Lunga vita a Putin» e «Abbasso la Francia». Questa, ex potenza coloniale, con forti interessi nel Paese, settimo produttore mondiale di uranio, che il sistema elettrico Oltralpe utilizza per le proprie centrali nucleari, è stata accusata dai golpisti di voler «intervenire militarmente». Voci poi smentite. Il ministro degli Esteri, Catherine Colonna, ha commentato così la dimostrazione: è stata «una manifestazione organizzata, non spontanea, violenta», con «tutte le componenti consuete nella destabilizzazione russo-africana». Molto più dura è stata la denuncia su twitter di Mykhailo Podolyak, braccio destro di Volodymyr Zelensky: «È ormai assolutamente chiaro che Mosca è dietro il colpo di Stato militare». Mentre il portavoce per il Consiglio della sicurezza nazionale americana, John Kirby, è stato più cauto: «Non abbiamo nessuna indicazione che la Russia sia responsabile del golpe in Niger».

Il Niger e il suo presidente, eletto democraticamente, erano i principali alleati dei Paesi occidentali nel Sahel travolto dalla violenza jihadista e da un'ondata di autoritarismo russofilo. Il Mali si è rivolto ai mercenari della Wagner per far fronte ai gruppi jihadisti, provocando la partenza delle truppe francesi nel 2022. Le autorità del Burkina Faso hanno chiesto il ritiro delle forze speciali francesi nel Paese, non senza l'appoggio della Wagner. Il presidente nigerino, invece, aveva scelto di mantenere sul suo territorio la presenza di soldati francesi, americani e italiani, in tutto più di 3mila. Francia e Stati Uniti hanno lì anche basi militari.

Ora però un intervento per il ripristino della democrazia sembra una via estremamente pericolosa da percorrere. Intanto nel Paese i prezzi degli alimentari sono saliti alle stelle e la gente sta correndo ai bancomat per ritirare i soldi.

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