Legge elettorale, Salvini contro i "centrini". "Avanti col maggioritario"

Il leader del Carroccio traccia la strada verso l'appuntamento elettorale: "Col proporzionale governa il Pd a vita". Intanto incassa la vittoria sui referendum

Legge elettorale, Salvini contro i "centrini". "Avanti col maggioritario"

"Grandi centri, centroni, centrini, centretti... la voglia di proporzionale, di confusione e di mandare la palla in tribuna da parte di qualcuno c'è". Matteo Salvini alza la guardia, rilancia la battaglia contro il proporzionale e rinsalda l'asse sul maggioritario con gli alleati di Forza Italia e di Fratelli d'Italia.

La legge elettorale, con le elezioni ogni giorno più vicine, è un tema bollente. Per questo il leader del Carroccio ne ha discusso nei summit dei giorni scorsi con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Salvini vuole essere certo di presentarsi all'appuntamento con le urne con l'alleanza di centrodestra compatta e unita. Resta da sciogliere, però, il nodo della legge elettorale. Perché, ripete Salvini, "con il proporzionale l'unica certezza che avrei io è che il Pd governerebbe a vita". Per questo spinge sul maggioritario: "Il proporzionale significherebbe palude e ritorno non al pentapartito ma a chissà che cosa. Significa che chiunque vinca, nessuno vince. Il maggioritario, invece, soprattutto ti garantisce il legame tra il parlamentare e chi lo ha eletto e il contatto diretto è fondamentale". E, soprattutto, garantisce che a urne appena chiuse ci sia un vincitore incaricato di governare e uno sconfitto che si deve preparare all'opposizione.

Chiarita la priorità delle urne, Salvini - intervenuto al congresso dei Radicali per parlare dei referendum sulla giustizia - torna sulle battaglie di questi giorni. Prima fra tutte quella sulla manovra di bilancio che a stretto giro arriverà in Parlamento. Il primo paletto sono le tasse: "Come ho detto a Draghi, va bene il taglio delle tasse, ma occorre essere concreti. Ecco, i nove miliardi per il reddito di cittadinanza in tempi come questi mi sembrano una spesa difficilmente sostenibile e affrontabile da tutti i punti di vista". La misura simbolo grillina non è l'unico terreno di scontro con i 5Stelle. Sulla giustizia i due partiti hanno posizioni diametralmente opposte: "Gli unici - ha proseguito Salvini - che non si sono manifestati sui referendum per la giustizia sono stati i Cinque stelle". Sui referendum, Salvini ha incassato una vittoria: le centinaia di migliaia di firme raccolte sono state validate dalla Cassazione.

Gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sui sei quesiti la prossima primavera. Ma sarà solo il primo passo, e il numero uno del Carroccio avverte: "I quesiti cancellano e poi sarà il parlamento a scrivere su una lavagna bianca. In passato è stata una fregatura, vediamo di evitarne".

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