"No all'abbattimento fuori dalle aree protette": salvi 469 cervi

I giudici accolgono il ricorso degli ambientalisti. Il Wwf: "Abbiamo vinto". Polemica sulla giunta Marsilio

"No all'abbattimento fuori dalle aree protette": salvi 469 cervi
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Stop alla caccia ai cervi in Abruzzo. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia e ha confermato la sospensione della delibera della giunta regionale che disponeva l'uccisione di 469 cervi, cuccioli compresi. La vicenda aveva suscitato grande indignazione anche al di fuori del mondo animalista e ambientalista, raccogliendo appelli da parte di numerose personalità dell'arte e della cultura, oltre a 136mila firme con una petizione online e decine di migliaia di e-mail di protesta inviate dai cittadini all'amministrazione regionale. «Si tratta di un precedente importante per chiarire che la programmazione venatoria deve essere fondata su dati certi, raccolti nelle modalità previste dalla legge. Cosa che non è avvenuta in questo caso, come conferma questa pronuncia del Consiglio di Stato. Una pronuncia che potrà valere anche per altre Regioni e riguardanti altri animali» afferma Michele Pezone, l'avvocato che ha curato, insieme a Francesco Paolo Febbo, il ricorso presentato dagli ambientalisti. Le associazioni esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto «in difesa di animali che rischiavano di essere uccisi senza alcun motivo reale, se non per fare l'ennesimo regalo alla lobby venatoria che rappresenta un bacino elettorale importante per una certa parte politica». Per salvare i cervi, oltre agli ambientalisti si erano mossi parecchi vip: tra di loro Al Bano, Alba Parietti, Igor Righetti, Grazia Di Michele, Alda d'Eusanio, Fiordaliso, Andrea Roncato ed Enzo Salvi. I Cinque Stelle esultano: «Continueremo a batterci tenacemente per opporci a folli decisioni come quelle della giunta Marsilio». «Sotto la maschera del piano di contenimento - ha spiegato Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali - c'è un programma venatorio a vantaggio dei cacciatori, la lobby più vezzeggiata da tutte le Regioni italiane, del loro divertimento e delle loro casse (i proventi da tariffario andrebbero agli Ambiti territoriali di caccia). Ma il conto vero lo pagherebbe Bambi, con la sua pelle.

La popolazione di cervi in Abruzzo - prosegue la deputata - non ha avuto una proliferazione anomala, ma un aumento contenuto per l'abbandono delle terre agricole da parte dell'uomo e l'abbondanza di cibo, in un territorio dove la presenza del lupo fa da naturale contrappeso».

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