"Noi agenti più tutelati dal Dl sicurezza ma ora si costruiscano nuove carceri"

Il segretario Coisp: "Norme che aspettavamo da anni"

"Noi agenti più tutelati dal Dl sicurezza ma ora si costruiscano nuove carceri"
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«Il Dl Sicurezza contiene delle importanti innovazioni normative che chiedevamo da tempo». A dirlo è Domenico Pianese, segretario generale del Coisp che, intervistato dal Giornale, affronta anche il tema del sovraffollamento delle carceri, uno dei temi caldi di queste settimane a cui il governo ha dedicato un altro decreto legge ad hoc.

Perché è favorevole al bodycam, ma contrario all'introduzione dei numeri identificativi per gli agenti?

«Sui numeri identificativi ci sono alcuni emendamenti presentati dall'opposizione, ma non sono presenti nel Dl Sicurezza. Credo che le bodycam siano un elemento di garanzia tanto per i cittadini quanto per gli appartenenti alle forze di polizia perché danno la possibilità, soprattutto nelle situazioni di controllo dell'ordine pubblico, di registrare quel che sta avvenendo. Gli identificativi, invece, sono strumenti ideologici proposti da chi pensa che le forze di polizia debbano essere sempre messi dalla parte dei vigilati. Inoltre, esporrebbero gli agenti a eventuali ritorsioni da parte degli eventuali manifestanti».

Dopo la morte di un uomo, si è discusso molto sull'uso del taser. Lo manterrebbe?

«Il taser si è dimostrato uno strumento eccezionale sia di deterrenza sia di intervento verso persone in stato di alterazione psico-fisico. Prima si poteva usare solo la pistola d'ordinanza e, quindi, usare il taser ha consentito di non arrivare al corpo a corpo e di rendere inoffensivi i criminali muniti di coltelli o di armi».

Cosa pensa della misura che prevede per le mamme incinte di trascorrere la detenzione insieme ai figli?

«Il problema delle donne incinte o con prole che commettono continuamente dei reati e approfittano della possibilità di sfuggire alla detenzione, sebbene condannate più volte, è un problema reale che andava affrontato. Abbiamo avuto alcune donne che negli ultimi anni hanno commesso lo stesso reato per 20-25 volte senza mai scontare un giorno di carcere. Questo si è trasformato in una sorta di licenza di poter rubare senza mai pagare le proprie colpe».

Come si risolve il problema del sovraffollamento delle carceri?

«In linea di principio siamo contrari a misure normative che riducano le pene a chi ha commesso dei reati. Bisogna investire sull'edilizia carceraria perché il potere di deterrenza è già stato indebolito negli anni passati e in questo Paese è necessario garantire la certezza della pena».

E, mentre si costruiscono nuove carceri, come si fa fronte alla situazione?

«La situazione attuale è a macchia di leopardo e, quindi, i detenuti andrebbero distribuiti diversamente, ma questo andrebbe a confliggere con le loro richieste di restare vicini ai loro familiari.

Non si può risolvere il problema del sovraffollamento liberando qualche migliaia di detenuti per ritornare a una situazione sostenibile ma inaccettabile. La soluzione non è questa anche perché queste persone tornerebbero a delinquere e in poco tempo riempirebbero di nuovo le carceri».

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