"Noi mercenari dei servizi". La banda spiona di Gallo

Nell'inchiesta costanti riferimenti ai rapporti tra la società "Equalize" e agenti dell'intelligence

"Noi mercenari dei servizi". La banda spiona di Gallo
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«Una storia di onore e impiego verso le istituzioni». Così Carmine Gallo, indagato numero Uno dell'inchiesta sulla centrale milanese di hackeraggi e intercettazioni abusive, definisce il suo ruolo, prima come poliziotto e poi come capo di Equalize, l'azienda investita dall'inchiesta. Oggi, a sei giorni dall'arresto, Gallo - che si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico, e che la Procura vorrebbe mandare in carcere - dovrebbe essere interrogato per la prima volta, ma potrebbe scegliere di non rispondere fino a quando i pm non avranno fatto una «discovery» totale dell'immenso materiale accumulato nei due anni di inchiesta.

Ma bastano quelle poche righe sull'«impiego per le istituzioni» a capire quale sarà la trincea difensiva dell'ex superpoliziotto. Anche da privato, sembra mandare a dire Gallo, ho lavorato per lo Stato.

Già, ma quale Stato? Nelle carte dell'inchiesta, l'ombra dei rapporti tra Equalize e i servizi segreti è costante. Ieri emerge il nome di un altro 007 in contatto con la squadra di Gallo: è Marcello Equinozio, carabiniere milanese transitato all'intelligence, che Calamucci - il braccio destro di Gallo - definisce un «caro amico». Equinozio avrebbe aiutato un imprenditore nel curioso progetto di procurarsi un controllo della Guardia di finanza per individuare dipendenti infedeli. «Su Roma gliel'ha fatta uno dei servizi, Marcello Equinozio, un caro amico», dice Calamucci. «Agente dei servizi legato alla società», lo definiscono i carabinieri nella loro informativa finale alla Procura.

Equinozio è solo uno dei tanti. Dall'Aise proviene Vincenzo «Tela» De Marzio, anche lui ex carabiniere, talmente impelagato nelle attività di Gallo che i pm chiedono di mandarlo in carcere. E lo stesso Calamucci di vanta di avere collaborato personalmente con il Dis, l'organismo di coordinamento dei «servizi»: «Quando io fornivo come ausiliario al Dis le informazioni...».

É una finestra aperta su un mondo inesplorato, quello degli appalti esterni dei servizi segreti, degli incarichi di analisi affidati a imprese private: una zona grigia dove può accadere di tutto. «Siamo mercenari dell'intelligence», dicono tra di loro gli uomini di via Pattari.

«Lui lo dà a quelli della presidenza del Consiglio (intesi come servizi segreti, inquadrati come dipendenti di Palazzo Chigi, ndr) così loro fanno close protection su questa persona», dice sempre Calamucci per spiegare la necessità di un report illegale. Il rapporto tra Equalize e barbe finte è così ravvicinato che il centro operativo dell'Aise e Equalize si scambiano i computer, «l'Aise è in Regione Lombardia, tutti nostri computer sono i computer usati che hanno lì.». Il centro occulto dei servizi è a pochi passi da «Palazzo Lombardia».

«Sono sorti dubbi circa l'appartenenza passata di Gallo a settori d'intelligence di qualche tipo del nostro Paese», si legge nell'informativa. Gallo, in realtà, ai servizi non ha mai lavorato, ma che la sua azienda sia tra i fornitori di Servizi emerge ripetutamente. «Poi dopo vi dirò un pezzettino di quello che dovremmo fare nel corso di quest'anno per supportare questa...diciamo piccola operazione, dove noi siamo degli attori diciamo delegati, tche ci dicono, date supporto a queste persone per favore», dice ancora Calamucci.

«Ad oggi non sono emerse deleghe o rapporti di natura stabile tra apparati dello Stato Italiano (le sue articolazioni d'intelligence) ed il gruppo di via Pattari», scrivono gli investigatori. Ma quel «di natura stabile» è la conferma che rapporti vi siano stati.

E gli stessi inquirenti si mostrano increduli quando Vodafone dichiara di non essere in grado di identificare l'utente «Foga 45», nome fittizio «Lanza», che fa interrogazioni su una delle vittime della banda. «Appartenente ad Aisi», si legge nell'informativa. Ma il nome vero di «Foga 45» sembra essersi dissolto.

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