«I medici specializzandi che lavorano negli ospedali si ritrovano, in molte aziende, in fondo alla lista per la vaccinazione anti-Covid». Lo denuncia, su Facebook, «Chi si cura di te?», associazione per la difesa dei diritti e delle tutele di specializzandi, camici grigi, medici di medicina generale in formazione, che segnala in particolare due episodi ad Ancona e Monza, contro i quali l'associazione si è mobilitata chiedendo il ritiro delle disposizioni.
Il 31 dicembre i medici specializzandi dell'azienda ospedaliera ospedali Riuniti di Ancona - si legge su Facebook - si sono visti cancellare in blocco la prenotazione per vaccino anti Covid-19. È stato spiegato che «per un errore di carattere tecnico non è stato possibile avvertire che la prenotazione potrà essere effettuata solo dopo la prenotazione dei dipendenti dell'azienda di ruolo sanitario in assistenza». Episodio simile all'azienda socio sanitaria di Monza e all'ospedale San Gerardo hanno disposto che il personale non dipendente, fra cui i medici specializzandi, potranno prenotare il vaccino «solo dopo il personale dipendente». Per l'associazione si tratta di «una decisione assolutamente discriminatoria, basata su un criterio del tutto immotivato, quello dell'inquadramento contrattuale, che non rispecchia il reale rischio cui sono esposti gli operatori sanitari. Ancora più incredibilmente, tale decisione segue di poco l'approvazione della legge di bilancio che prevede che i medici specializzandi potranno essere reclutati come vaccinatori ricevendo in «compenso» solo 4 crediti formativi universitari, a differenza del restante personale che invece sarà giustamente retribuito.
«Alle nostre richieste di confronto - prosegue l'associazione - i ministri Speranza e Manfredi hanno ripetutamente risposto facendo appello alla nostra buona volontà per contribuire alla campagna vaccinale. Noi facciamo appello al loro ruolo perché intervengano a sanare queste situazioni di chiara discriminazione». «Ci impegneremo perché le disposizioni previste dagli ospedali di Monza e di Ancona siano immediatamente ritirate e perché non si verifichino episodi analoghi».
Anche l'ordine dei medici interviene per evitare di creare operatori di serie a e di serie b. «Gli specializzandi devono essere trattati come tutti gli altri medici. E se lavorano in reparti Covid, nelle rianimazioni o in prima linea, devono essere vaccinati per primi, come tutti i colleghi di quei reparti» precisa il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Filippo Anelli.
«Se si vaccina il dirigente medico di malattie infettive si deve vaccinare anche lo specializzando di malattie infettive - aggiunge Anelli -. Questo anche in base alla legge 81, per la protezione dal rischio biologico che non può valere per un medico sì e per un altro no».
Per quanto riguarda la scelta di alcune aziende di vaccinare prima i medici più anziani, conclude Anelli, «ci può anche stare, ma se uno fa l'anatomopatologo, chiuso in un laboratorio senza vedere pazienti, è chiaro che ha un livello di rischio inferiore rispetto a chi sta in Pronto soccorso anche se è più giovane».
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