Nomine, G7 Pompei, Maxxi. Subito tre grane per Giuli

Sul tavolo del ministro l'interim al museo dopo il no della Docimo e i neoconsulenti scelti da Sangiuliano

Nomine, G7 Pompei, Maxxi. Subito tre grane per Giuli
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L'arrivo al Ministero della cultura di Alessandro Giuli è un po' come l'arrivo di un condottiero in una città medievale sotto assedio. Le opposizioni lo vogliono immediatamente a riferire in parlamento. I temi caldi sono tre. Su cui al momento al ministero, dove turnover eventuali sono tutti da capire, tengono tutti le bocche cucite. Il primo che al momento va verso una soluzione tecnica è la direzione del Maxxi. Servirà un sostituto per il ruolo da presidente della Fondazione abbandonato dal neo ministro. A Raffaella Docimo sarebbe da statuto andato l'interim. Un interim presumibilmente lungo, perché al ministero servirà tempo per non fare mosse false, mentre al momento sui giornali è partito un toto nomine la cui attendibilità è paragonabile a quella dell'oroscopo. Reale e immediato è stato invece l'attacco della sinistra verso la Docimo, esponente storica degli «Amici del Maxxi» e Direttore della Scuola di Specializzazione in Odontoiatria Pediatrica all'Università di Roma Tor Vergata. A sinistra piace ridurre il tutto ad «odontoiatra a capo del Maxxi». L'evidenza della diminutio livorosa non va nemmeno spiegata. Così Docimo ha fatto un passo indietro. A questo punto la traghettatrice dovrebbe essere Maria Bruni, membro del Consiglio della Fondazione, capo ufficio stampa dell'Ordine degli architetti di Roma e già assessore alla Cultura di Frascati.

Il secondo fronte è forse quello più complesso, Giuli ha trovato sulla sua scrivania al Collegio romano il decreto con cui il suo predecessore ha nominato, innegabilmente in extremis, 15 consulenti con il compito di selezionare i film da sovvenzionare con contributi pubblici. Al ministero e nella compagine di governo, si chiede cautela. Vediamoli tutti però questi 15 nomi a rischio di annoiare il lettore: Pierluigi Manieri, Giorgio Gandola, Francesco Specchia, Luigi Mascheroni, Franco Matteucci, Manuela Maccaroni, Paolo Mereghetti, Valerio Caprara, Benedetta Fiorini, Benedetta Cicogna, Stefano Zecchi, Giacomo Ciammaglichella, Massimo Galimberti, Valerio Toniolo, Pasqualino Damiani. Partiamo dal fatto che il collega Luigi Mascheroni che, spesso, in queste pagine avete visto occuparsi di cinema ha rifiutato la nomina per «evitare strumentalizzazioni e polemiche pretestuose». Segnatevelo perché non capita tutti i giorni... Se esaminiamo gli altri nomi scopriamo che Pasqualino Damiani, Valerio Toniolo e Massimo Galimberti hanno già fatto parte della commissione ai tempi del ministro Franceschini. Su Mereghetti, visto i suoi dizionari sul cinema e la sua fama come critico del Corriere non serve spendere parole. Valerio Caprara viene da una famiglia con una storia nel Pci ed è critico del Mattino orientato a sinistra... Franco Matteucci è scrittore (finalista allo Strega) e regista, ha lavorato a Rai Tre con Minoli. Insomma al netto delle tempistiche, dire che fossero nomine a senso unico diventa quanto mai difficile.

Il terzo nodo che aspetta Giuli, che ieri ha partecipato ad un incontro con la premier a Palazzo Chigi e quando poi è arrivato al ministero si è limitato a un «ci sarà modo di parlare di tante cose al momento opportuno», è quello a maggiore visibilità internazionale.

La gestione del G7 della cultura (19-21 settembre) a Pompei e la presenza al medesimo della direttrice d'orchestra Beatrice Venezi, consulente del Mic. Ci sarebbe da garantire un'immagine internazionale per quanto a qualcuno possa piacere demolirla a colpi di Boccia, in mancanza di altri mezzi, per colpire il governo.

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