"È stato un cda complicato, adesso sta all'amministratore delegato trovare il modo di ricreare quella collegialità a cui egli stesso si è sempre ispirato". È il pensiero espresso dal presidente della Rai, Marcello Foa, a margine della presentazione della collezione numismatica 2020 del Poligrafico e Zecca dello Stato in merito dell'ad Fabrizio Salini e della spaccatura che si è creata nel cda di ieri sulle nomine dei direttori di rete.
Foa auspica che si possa trovare un'armonia vista la delicatezza della situazione. ''Più c'è consenso all'interno del Consiglio- ha affermato il presidente della Rai, meglio è. Ieri ci sono state delle divisioni anche importanti''. Su quanto accaduto nel cda, Foa sottolinea che non vuole esprimere giudizi sul comportamento dei colleghi anche perché prima di tutto viene ''l'interesse della Rai. Mi auguro che il consiglio sia messo in condizioni di lavorare con armonia e spirito sempre costruttivo''.
Nel cda sono passati a maggioranza i nomi di Stefano Coletta alla direzione di Rai1, Franco Di Mare all'Intrattenimento del day time, Angelo Teodoli al Coordinamento generi, Luca Milano alla direzione Ragazzi. A capo della Distribuzione, altro ruolo chiave prevista dal piano industriale, ci sarà Marcello Ciannamea. Per i New Format, invece, si effettuerà il job posting mentre sarà assegnata in seguito la direzione Approfondimento. Non è stato trovato l'accordo, invece, su Rai2 e Rai3, oltre che su Rai Fiction, produzione documentari, Rai Cultura e sulla direzione Cinema e serie tv.
Il Pd, in polemica con le scelte effettuate dall'ad Salini si è astenuto. Ai dem non è piaciuto in particolare il ruolo che doveva essere assegnato a Ludovico Di Meo. Quest’ultimo, considerato un regalo al cosiddetto fronte sovranista, era stato indicato per la direzione Cinema e serie tv e per l'interim a Rai2
Il parere del cda non era vincolante in quanto non era legato alle nomine dell'area informazione come le testate giornalistiche della tv e della radio. La questione era strettamente politica in quanto il Pd pretendeva un riequilibrio degli assetti televisivi dopo il cambio di governo. Rita Borioni, area Pd, ha prima minacciato il voto contrario e poi si è astenuta.
Questo ''solo per il profondo rispetto, professionale e umano, che nutro nei confronti di alcuni dei nomi proposti'', ha spiegato la dem che ha aggiunto che ''ciò non significa che il gesto sia un atto di indulgenza rispetto ad un governo dell’azienda che ritengo gravemente deficitario sotto ogni punto di vista''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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