Non c'è futuro europeo senza una Costituzione

L'Europa sarebbe l'ago della bilancia se avesse una struttura in grado di decidere e fosse artefice del suo destino. Si può realizzare senza una Costituzione europea che consenta all'unione di competere unita per vincere le sfide geopolitiche? La Costituzione è la sintesi su carta del rapporto tra il potere e i cittadini

Non c'è futuro europeo senza una Costituzione
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A fare una Costituzione ci abbiamo provato e non è andata benissimo. Abbiamo la Carta di Nizza, Il trattato di Lisbona sul funzionamento dell'Unione ma una vera Costituzione non siamo ancora riusciti ad approvarla.

Le resistenze sono forti, da una parte c'è la paura di ogni nazione di dissolversi in un calderone. Poi c'è la paura dei singoli di perdere la propria identità e la propria lingua. Cosa sarebbero i tedeschi senza il tedesco? I francesi senza il francese? E gli italiani senza la loro lingua? Se l'Europa di Babele spaventa, fa anche sorridere che tra le lingue europee ufficiali ci sia l'inglese, visto che in Europa l'Inghilterra non ci sarebbe più. Per Montanelli l'Italia era senza speranze: un Paese alla deriva con una storia grandiosa e con un popolo che non la conosce. Tuttavia diceva anche che gli italiani avrebbero avuto un futuro radioso, grazie alla loro capacità di adattamento e perché sarebbero entrati in Europa da veri europei, senza l'istinto nazionale a frenarli.

L'Unione Europea è stata fatta con lo stesso spirito dell'Unitá d'Italia e cioè male che, però, era l'unico modo di farla. Anche il progetto unitario italiano, già in cantiere da tempo, per difficoltà oggettive veniva sempre ritardato finché i carbonari, inglesi e Cavour non forzarono la mano. Se non fossimo stati un po' garibaldini forse anche l'Italia sarebbe rimasta una vana promessa. Il progetto dell'Europa di popoli che smettessero di scannarsi è stato complesso da realizzare ma è lontano da essere completo. Da molti anni purtroppo siamo fermi al prototipo, nel mentre l'equilibrio del mondo vacilla. L'Europa sarebbe l'ago della bilancia se avesse una struttura in grado di decidere e fosse artefice del suo destino.

Si può realizzare senza una Costituzione europea che consenta all'unione di competere unita per vincere le sfide geopolitiche? La Costituzione è la sintesi su carta del rapporto tra il potere e i cittadini. Gli inglesi non hanno mai avuto una Costituzione scritta ma da loro i rapporti di potere sono abbastanza chiari: sono un impero con un re e dei sudditi che parlano più o meno la stessa lingua. Da noi è un po' più complesso. Una Costituzione è essenziale per abituarci ad essere Europei, per fissare le nostre origini e ripassare i nostri principi prima di diventare qualcosa che non avremmo mai voluto essere. Bisogna farla adesso, prima di essere del tutto colonizzati da deiezioni ideologiche che hanno reso l'Europa il brodo di cultura dove assaggiare la fine dell'Occidente. Gli indiani di America non avrebbero mai sentito il bisogno di sottoscrivere la Dichiarazione di indipendenza o la Costituzione americana del 1787 o la Carta dei diritti del 1791. Queste cose le hanno scritte degli europei in trasferta. E ogni volta che assecondiamo la cancel culture che dovrebbe farci espiare abusi o misfatti a discapito dei diritti di altre popolazioni ricordiamoci che i principi e la struttura di questi diritti sono un'elaborazione occidentale e quindi europea.

Fuori da noi il deserto, dopo di noi il diluvio. E prima di integrare abitudini sociali di civiltà fallimentari dobbiamo fare il punto su chi siamo e su cosa vuol dire essere europei. Per questo ci serve una Costituzione che inauguri l'Europa politica che possa fare scelte europee. E alcune potrebbero essere drammatiche, come le guerre che bussano alla porta in Ucraina e Israele. Ma deve essere anche un'Europa della cultura, dove i cittadini non avranno timore di perdere le proprie radici religiose e civili ma potranno arricchirsi con quelle di altri europei. Se conoscessimo meglio le lingue europee riscopriremmo la cultura che ha disegnato il mondo come lo conosciamo. E infine ci serve un'Europa che ricordi le nostre radici cristiane.

Allora potremmo tornare ad indossare davvero quell'abito che, dalla Grecia a Roma e dall'Asia all'America ha inventato e diffuso la civiltà. Perché in fondo esiste un'unica Europa che valga la pena di costruire insieme ed è quella che saprà di nuovo essere il faro del mondo.

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