Per molti, il silenzio di Carlo Calenda delle ultime ore era il presagio di qualcosa che il leader di Azione stava organizzando qualcosa. I patti stretti da Enrico Letta con Luigi di Mario e Sinistra italiana hanno messo Carlo Calenda davanti a un bivio. Per giorni, infatti, il leader di Azione ha cannonato Fratoianni e Di Maio, mettendo quasi Enrico Letta davanti a un bivio. "O loro o me", è stato il messaggio implicito per giorni di Calenda e ora che Enrico Letta ha completato la grande ammucchiata, con l'ingenua certezza di aver blindato tutto, ecco che Calenda alza la testa e cerca di smarcarsi. "Carlo Calenda scappa perché ha saputo quel che io prevedevo da giorni: Enrico Letta ha in tasca l'accordo con il Movimento 5 stelle e lo tirerà fuori all'ultima ora utile", ha scritto su Twitter il presidente di Verde è popolare, Gianfranco Rotondi.
In un'intervista con la Stampa, Emma Bonino, federata con Calenda, ha dichiarato: "L'accordo +Europa/Azione e Pd è chiaro: Europa, Nato e agenda Draghi". "E' la decisione più sofferta che ho preso da quando ho cominciato a fare politico. Ed è questo l'elemento che mi fa decidere, ho deciso di fare politica nel 2018 quando il Pd prese il minimo storico, e l'ho fatto per contrastare il populismo becero, pensavo che il Pd fosse l'unico argine, poi il Pd ha preso una strada differente", ha detto Carlo Calenda con tono sommesso. "Alla vigilia di queste elezioni ho intrapreso un negoziato col Pd, non ho mai voluto distruggere il Pd, con con Letta abbiamo iniziato un negoziato per costruire una alternativa di governo. Ma mano a mano si univano pezzi che stonavano", ha proseguito il leader di Azione. Davanti a queste premesse, Carlo Calenda ha annunciato: "Letta sapeva cosa sarebbe accaduto, già da ieri. Non mi sento a mio agio con questo, non c'è dentro coraggio, bellezza, serietà, onore e amore a fare politica così ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza".
Il leader di Azione ha spiegato che "nei giorni scorsi sono andato da Enrico Letta e gli ho proposto di fare un'alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%". Con Letta "ci eravamo detti che non poteva succedere che un pezzo della coalizione avrebbe bombardato l'agenda Draghi". lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, motivando a In mezz'ora in più la decisione di uscire dall'alleanza con il Pd.
"Avevamo concordato una coerenza di linguaggio che non è stata rispettata", ha aggiunto. E sul rapporto con Più Europa ed Emma Bonino, suoi federati, ha detto: "A un certo punto di questo processo non ho più capito se l'obiettivo comune era cercare una precisa collocazione o mettere tutto e il contrario di tutto". Ora c'è "una grande ammucchiata di persone. Da parte mia non c'è stato un equivoco, ma l'ingenuità che il Pd fosse pronto a decidere di rappresentare la sinistra senza correre dietro a Fratoianni, Bonelli e domani ai 5 stelle, che Letta avesse capito che la coerenza è fondamentale. Che il Pd avesse fatto la sua Bad Godesberg. Ed ho sbagliato". Per concludere e chiudere l'alleanza con il Pd, durata meno di una settimana, Carlo Calenda ha chiosato: "Letta ha fatto quello che tutti i leader del Pd hanno fatto prima di lui, ma da lui mi aspettavo qualcosa in più. Mi scuso con gli italiani per aver tenuto appeso il Paese per una cosa molto piccola ma che per noi di Azione è molto grande".
A stretto giro è arrivata la
replica di Enrico Letta: "Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell'interesse dell'Italia".
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