«La verità è che sono un po' matta e avventuriera, e siccome io e mio marito ci amiamo molto, alla fine succede quel che succede». La spiegazione più naturale del mondo. Eppure spiazza ascoltare una donna europea con quindici figli rispondere così alla domanda: ci spiega come è potuto succedere? Forse non è possibile a tutte, certo non è un modello per chiunque.
Ma in tempi di natalità così zero che bisogna addirittura lanciare una campagna pubblicitaria choc e indire un Fertility day, fa riflettere che questa sia la storia di una famiglia normale, anche se più ricca della media. E non solo per la consistenza della famiglia. Lei si chiama Rosa Pich-Aguilera Roca, è di Barcellona e ha 51 anni. Incredibile: non fa solo la mamma. Lavora pure fuori casa: per 25 anni disegnatrice tessile, ora è impegnata part-time in un'azienda di eventi. E ha scritto un libro, tradotto in 14 lingue: Come essere felici con 1, 2, 3... figli? (in italiano edizioni Itaca).
Non propone di mettere al mondo 15 figli, ci mancherebbe, ma nel raccontare la sua storia fortunata nonostante i lutti (i figli nati a lei e al marito sono stati diciotto) offre consigli per cavarsela con quelli che si desidera. Raccomandazioni d'autore per allevare bambini e per godersela tra le coperte. Le più inattese, perché nel nostro comune immaginario, inutile negarlo, la mamma di cotanta prole è una fattrice succube e un pizzico depressa.
Bruna allegra e esuberante, Rosa è passionale nel parlare della coppia. «Quando ci chiedono se ci piacciano i bambini, rispondiamo di sì, ci piacciono eccome, e siamo felici con loro, anche se a volte ci stancano e ci sfiniscono. Ma chi mi piace di più, dice mio marito Chema, «è mia moglie». Il letto? «Lo chiamerei il luogo dove si manifesta il nostro affetto». Impossibile contraddirla. «Bisogna che entrambi i coniugi imparino a stare bene a letto, noi donne ad essere molto attraenti e indossare quegli indumenti che piacciono tanto ai nostri mariti, sia di giorno che di notte». E quando le cose non vanno, come capita anche nelle migliori famiglie? «Se sono tre mesi che non abbiamo rapporti, bisogna chiedersi se sta succedendo qualcosa e, se il problema persiste, prendere in considerazione l'aiuto di uno specialista o di un terapeuta familiare o di un sessuologo».
Chema ha quattro anni più di Rosa e arrivano entrambi da famiglie numerose, numerosissime. I due, nonostante l'amore per i quindici figli, 7 anni il più piccolo e 23 il maggiore, hanno un piccolo trucchetto: ogni anno, per l' anniversario di matrimonio, scappano un paio di giorni, finalmente soli. Litigano anche, come tutti, ma diversamente da molti riescono a fare pace. «Volevamo che anche i nostri figli fossero felici come lo eravamo stati noi. Dopo ogni gravidanza e nascita, riflettevamo su come stavamo, sul nostro stato fisico, mentale, psicologico, economico. Valutavamo il tutto e ci buttavamo a capofitto senza far caso a quello che ci dicevano: non sono tempi per famiglie così grandi, la società va a rotoli, la crisi, il lavoro, la malattia dei bambini e altre mille scuse, tutte molte ragionevoli, per non avere più figli».
Benestanti, hanno fatto rinunce. Scuole ottime per tutti, tanto che sono la famiglia con figli scolarizzati più numerosa di Spagna, e probabilmente d'Europa. Ma cibi raffinati solo per le feste, negli altri giorni grande sobrietà. Tutti insieme, a pranzo, o a cena, intorno a una tavola rotonda. A sentir lei, si nutrono molto anche di allegre chiacchiere.
C'è una cosa che fa un po' arrabbiare Rosa, quando chiamano il suo letto la «fabbrica dei figli». L'ha fatto una volta un operatore della Bbc. «Non mi sembra il termine corretto...». Non c'è più bisogno di spiegare perché.
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