L'esperto smaschera Conte e Di Maio: "Schiaffo all'intelligenza"

Paolo Borzacchiello, esperto di intelligenza linguistica e direttore di HCE University, ha analizzato i messaggi dei talebani e evidenziato il nuovo codice dei miliziani. E sull'Italia avverte: "Vanno presi sul serio. Le immagini del nostro ministro degli Esteri che se la gode in spiaggia sono uno schiaffo all'intelligenza"

L'esperto smaschera Conte e Di Maio: "Schiaffo all'intelligenza"

Il ritorno al potere dei talebani non ha sorpreso solo per la rapidità ma anche per la macchina della propaganda: conferenze stampa, interviste in inglese, uso dei social. Un apparato pronto a vendere il nuovo Emirato islamico. Ma l'apparente svolta moderata, spiega Paolo Borzacchiello, esperto di intelligenza linguistica e direttore di HCE University, rischia di essere pericolosa.

I talebani sono ancora un'organizzazione rurale?

«Una volta, forse. Al netto dell'orrore di quel che sta succedendo, i nuovi talebani hanno studiato e tanto. Lo si capisce dall'uso dei media che vorrebbero abolire, dalle telefonate ai giornalisti fino a Twitter».

Il primo regime aveva vietato internet, ora invece

«Hanno capito che le idee vanno raccontate bene e a tutti. Basta statue abbattute e sguardi truci ma dichiarazioni distensive e sorrisi. A forza di ripetere che fanno tutto per la libertà chissà che alla fine qualcuno ci creda davvero».

In che consiste la loro libertà?

«Si sono fatti furbi, sanno che le parole contano. Sanno che i frame, alla base delle migliori tradizioni di comunicazione politica americana, possono creare realtà differenti. Quello più ricorrente, nella loro comunicazione, è libertà. Con un trucco linguistico: libertà di fare quel che si vuole entro i limiti concessi dalla sharia. Che è come dire, sei libero di fare una cosa sola, che è quella che ti dico io».

Come si attua la loro strategia di comunicazione?

«Hanno responsabili della comunicazione, delle relazioni pubbliche e chi si occupa in modo egregio di divulgare sui social le loro idee. L'errore più grosso che potremmo commettere è di sottovalutare la loro capacità di usare i media».

Perché prediligono Twitter?

«La diffusione è rapidissima e gli algoritmi funzionano diversamente da Facebook e Instagram. Su Twitter un post può diventare virale alla velocità della luce. E poi non ci sono immagini, o ce ne sono molto poche. Il che, per loro, è utile: sentir parlare di libertà, mentre scorrono immagini di giornalisti torturati, sarebbe difficile da digerire».

Come affrontarli?

«Andrebbero presi sul serio. Le immagini del nostro ministro degli Esteri che se la gode in spiaggia mentre mezzo mondo va a rotoli sono uno schiaffo all'intelligenza. Quando Conte parla di dialogo è populismo di bassa lega. Comprendo che alcune dichiarazioni vadano fatte, ma sono campate per aria».

Perché una linea di comunicazione verso l'Occidente e una verso la base?

«Da una parte, grande uso di paroloni a base di libertà. Dall'altra, esaltazione della missione liberticida.

Si sono persino cambiati il nome: adesso dobbiamo confrontarci con l'Emirato islamico dell'Afghanistan, ma qual è la prima idea che viene in mente se dico 'Emirato?' Soldi. Si chiama priming. E sull'Occidente farà il suo effetto».

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