Libertà non vuol dire impunità. Anche in piazza. «Ci sono limiti e paletti ben precisi» spiega Guido Camera, avvocato penalista e presidente di «Italia Stato di diritto», associazione di giuristi che si batte per i diritti umani e civili.
Avvocato, neanche in democrazia, quindi, si può dire tutto quello che si vuole.
«Assolutamente no, e lo ha detto chiaramente la Corte costituzionale nel 2021, spiegando che discorsi d'odio, discriminatori e fake news sono un fatto grave, non inammissibile. Partiamo da una premessa necessaria».
Quale?
«Cosa è terrorismo? Anche Biden l'ha spiegato bene. Hamas è di sicuro un'organizzazione terroristica, che si è resa responsabile di atti gravissimi capaci di destabilizzare l'ordine mondiale attentando alla stabilità di uno Stato sovrano, Israele. Ci sono sentenze sul Daesh, e sull'Isis. Dunque, tutte le esternazioni volte a rafforzare Hamas sono apologia di terrorismo, reato previsto dal codice penale. Esiste poi un profilo di pericolosità sociale, per cui restrizioni alla libertà possono essere previste a prescindere dai reati in presenza di certi elementi di pericolosità sociale».
E chi dichiara che Hamas è «resistenza»?
«Per me è una scempiaggine dal punto di vista morale. Sotto il profilo giuridico potrebbe configurare questo reato se c'è un'esternazione che punta a sostenere l'adesione a un'organizzazione terroristica. Pensiamo al tema foreign fighters. Poi si possono fare i processi o no».
Nel senso che ci sono valutazioni di opportunità? L'azione penale non è obbligatoria nel nostro Paese?
«Certo, intendo dire che un conto è una precisa attività di propaganda individuale, un conto è la partecipazione a una manifestazione collettiva, in cui è più molto difficile stabilire se chi partecipa aderisce in concorso, e fino a che punto, a ciò che viene manifestato. Anche per questo è molto importante fare informazione, vale sotto il profilo storico e anche sotto il profilo giuridico».
Bisogna stare attenti insomma a ciò che si dice.
«Sì e non credo che tutti comprendano i rischi che si corrono, anche perché dietro certe iniziative possono nascondersi individui spregiudicati e pericolosi. Altro discorso ovviamente è manifestare solidarietà alla popolazione palestinese, che è comprensibile come lo è la solidarietà allo Stato ebraico».
Scandire uno slogan antisemita nel corso di una manifestazione non è solo un abominio, è anche un illecito dal punto di vista penale.
«Non ci sono dubbi su questo. Antisemitismo e discriminazione sono un reato grave. In questi casi si devono aprire dei fascicoli. Ma credo che su questo ci sia la dovuta attenzione, in un momento così delicato».
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