Non solo Sicilia, prime prove di asse moderato

Liste uniche per azzurri e renziani alle prossime elezioni regionali e per il Comune di Palermo

Non solo Sicilia, prime prove di asse moderato

La Sicilia come laboratorio del «modello Draghi». L'isola potrebbe essere il primo banco di prova per testare il modello politico che si ispira al lavoro dell'attuale premier e soprattutto intende valorizzare quei soggetti moderati capaci di neutralizzare la forza di sovranisti e populisti. Ed è da qui che sono partiti Gianfranco Miccichè e Matteo Renzi. Il loro incontro a Firenze a fine ottobre è servito per mettere a punto un'inedita alleanza tra Forza Italia e Italia viva. Un rapporto, questo, che non pretende di imporre modelli sul piano nazionale (tanto che al quartier generale azzurro si evita persino qualsiasi commento) ma di testare sul piano locale la validità di un progetto a lunga scadenza. Per le comunali di Palermo e per la Regione i due partiti, guidati a livello territoriale dallo stesso Miccichè e dal capogruppo di Iv all'Ars, Nicola D'Agostino, intendono quindi proporre liste comuni. Non l'annessione di uno nei confronti dell'altro soggetto. Questo lo ribadiscono a chiare lettere. Esattamente come lo stesso Renzi a suo tempo ha ribadito che non si tratta per lui e per il suo partito di spostare il baricentro a destra. Semmai è un modo per verificare la possibilità di annullare la forza dei sovranisti. Che ancora nell'ultimo voto regionale ha permesso la candidatura e la vittoria di un non allineato Nello Musumeci. E proprio sul futuro del governatore Miccichè mette le mani avanti. Saranno i partiti, dice, a stabilire chi sarà il candidato del centrodestra. Quegli stessi partiti di maggioranza che Musumeci, stando alle obiezioni dello stesso Miccichè tiene fuori dalla porta del suo ufficio di Palazzo dei Normanni.

Da più parti ci si interroga già se questo modello possa essere «sperimentato» anche altrove visto che un terzo del Paese tornerà al voto in primavera (Genova, a esempio, potrebbe essere un altro banco di prova). E per gli osservatori più maliziosi non è un caso che il senatore di Italia viva, Davide Faraone, abbia chiamato a Palermo per Futura (scuola politica per under 30) anche Giancarlo Giorgetti e Mara Carfagna.

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