"Non è vero che Viale Mazzini ci perde. Ci sono tanti che possono sostituirlo"

L'ex deputato renziano: "Il conduttore ha deciso di accettare un'offerta economica più vantaggiosa invece di puntare al rinnovo"

"Non è vero che Viale Mazzini ci perde. Ci sono tanti che possono sostituirlo"
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«Fazio ha fatto la sua scelta, nel pieno del cambio di amministratore della Rai ha deciso di accettare un'offerta economica più vantaggiosa di un'altra tv invece di aspettare e aprire una trattativa con il servizio pubblico per il rinnovo». A dirlo è l'ex deputato renziano Michele Anzaldi che, negli anni della sua attività parlamentare, in qualità di membro della commissione di vigilanza Rai, ha più volte contestato Fazio per il suo oneroso stipendio.

L'addio di Fazio alla Rai è una notizia positiva dal punto di vista economico oppure rappresenta una perdita per la tv di Stato?

«Che il suo addio si riveli un danno economico per la Rai lo vedremo, di certo la tv pubblica ha tutte le risorse e tutte le possibilità di sfruttare al meglio la fascia oraria lasciata da Fazio. È chiaro che sarebbe stato meglio aggiungere invece che sottrarre, comunque di nomi di grandi professionisti dell'informazione ce ne sono molti, penso a Cazzullo, Purgatori, Giletti, Floris, Gruber, vedremo cosa farà la Rai».

Eppure, a sinistra, sono convinti che altri conduttori non avrebbero la stessa capacità di attirare pubblicità

«La questione sulla convenienza economica o meno per la Rai di Che tempo che fa è stata ampiamente dibattuta, un esperto di tv come Siliato ha effettuato analisi importanti dimostrando che non basta confrontare il semplice costo del contratto di Fazio con il costo di un break pubblicitario, ci sono molte altre spese che vanno valutate».

Il centrosinistra quali responsabilità ha nella vicenda Fazio?

«Sarebbe spettato a Fuortes adoperarsi per rinnovare il contratto a Fazio, ma questo non è avvenuto. Ora, più che cercare le responsabilità del centrosinistra, la vera notizia è la responsabilità dell'opposizione nell'aver consegnato la Rai alla maggioranza: Giorgia Meloni prende in mano l'azienda grazie esclusivamente ai partiti di opposizione. L'astensione del consigliere M5s Di Majo è il vero lasciapassare per la premier di fare in Rai ciò che vuole. Un lasciapassare firmato Conte. Se il consigliere M5s e la presidente indicata da Draghi e votata dal centrosinistra Soldi avessero votato contro, l'ad scelto dal governo sarebbe stato bocciato».

Il Pd avrebbe dovuto astenersi?

«A mio parere il Pd ha sbagliato a votare contro senza denunciare pubblicamente il doppio gioco di Conte, lasciandolo libero di trattare con la nuova dirigenza e anzi raddoppiare il suo potere contrattuale. Potevano astenersi sottolineando di farlo solo per non spaccare l'opposizione»..

Secondo lei, dunque, il centrosinistra ha gestito male tutta la vicenda?

«La vicenda Rai è l'ennesima conferma che il precario successo che sta riscuotendo la presidente del Consiglio nasce innanzitutto dalla totale assenza di un'opposizione vera su tutti i campi. Quello dell'informazione è particolarmente importante. Che senso ha parlare di danni al pluralismo se poi nessun esposto viene presentato alle autorità competenti?».

In conclusione, come prevede che sarà il nuovo corso della Rai?

«Le conseguenze del voto in Cda

le vedremo nei prossimi mesi, vedremo se verrà davvero scelta la strada del pluralismo e ci sarà un cambiamento o se si continuerà con l'occupazione dell'informazione che ho denunciato negli ultimi anni, numeri alla mano».

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